REGGIA DI CASERTA. Il futuro della cultura tra realtà virtuale e assistenti robot






Articolo pubblicato il: 11/07/2018 10:19:37

Le sale della Reggia di Caserta continuano a essere spazio in cui cultura e nuove tecnologie dialogano tra loro per trovare nuovi linguaggi e innovative modalità di comunicazione per i contenuti culturali. Questa mediazione rappresenta una risorsa fondamentale per il futuro dei musei 2.0. Là dove la maggior parte delle realtà museali del nostro Paese faticano a trovare uno spazio di promozione all’altezza del patrimonio che possiedono, la Reggia di Caserta diventa luogo in cui questo incontro è più vivo che mai.

 Il Cyfest (Cyberfest) da poco conclusosi è la dimostrazione di questo dialogo. Il progetto realizzato dal Cyland Media ArtLab di San Pietroburgo prima di arrivare a Caserta è stato ospitato a New York, Pechino e Brighton.

 Le istallazioni che hanno trovato spazio nelle sale della Reggia sono frutto di una riflessione sull’impatto delle nuove tecnologie nella nostra vita quotidiana. Da qui il titolo della mostra: Weather Forecast: Digital cloudiness (Previsioni del tempo: Nuvolosità digitale). L’integrazione tra lo spazio umano e quello digitale ha portato a una società liquida in cui il confine tra questi due mondi diventa ogni giorno più sottile fin quasi a scomparire. Il fatto che la mostra sia stata ospitata alla Reggia di Caserta, entrata recentemente nella classifica dei cento musei più visitati del mondo, è la dimostrazione della volontà di proporre progetti innovativi, senza escludere un inevitabile dialogo con le nuove tecnologie.

 È proprio alla Reggia infatti che nel Marzo dello scorso anno è stata presentata un’applicazione multimediale capace di integrare realtà aumentata e quella virtuale. Una visita interattiva che grazie a una semplice app permette al visitatore di ottenere tramite smartphone le informazioni necessarie sui luoghi visitati. Un potenziamento di grande impatto rispetto alla pannellistica tradizionale, in linea con lo spazio digitale nel quale ogni giorno noi tutti ci muoviamo. L’immersione in questo nuovo spazio diventa un’opportunità coinvolgente ed emozionante di avvicinare i visitatori ai luoghi della cultura.

 È singolare, ma neppure poi troppo, constatare come simili strumenti derivano da un mondo quello del gaming dove la fruizione dei contenuti passa attraverso il divertimento e il coinvolgimento emotivo. Non è un caso infatti che un altro grande luogo della cultura campano abbia adottato in un’ottica di gamification un videogioco per far conoscere e avvicinare i visitatori al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Il gioco in questione si chiama Father and Son e prevede un percorso videoludico attraverso enigmi da risolvere e porte da aprire incentrato sulla storia della città partenopea e del suo territorio. L'integrazione tra gaming e nuove tecnologie già da tempo viene impiegata da operatori dell'intrattenimento e del gioco online come PokerStars Casino per catturare e coinvolgere nuovi utenti. Un esempio tra tutti è l’esperienza live dove è possibile partecipare ai vari giochi confrontandosi con dealer in carne e ossa, come se ci trovassimo in un casinò reale.

Alla base di simili progetti che siano culturali, di intrattenimento o di semplice svago c’è la volontà di rendere le esperienze del giocatore o del visitatore che sia quanto più realistiche possibili. Il celebre gioco Pokemon Go ha aperto la strada a questa integrazione tra mondo fisico e spazio digitale diventando un case study sia per l’industria dell’intrattenimento che per quella della cultura.

 È seguendo questa strada che alla Reggia di Caserta si è deciso di potenziarne la sua presenza sui social network grazie all’ausilio di un robot virtuale. Alle domande dei turisti su Facebook o twitter risponderà un’intelligenza artificiale, un algoritmo capace di assistere l’utente in tutte le sue richieste. Oggi si fa cultura un bit dopo l’altro.