SCATENI. In un angolo buio quel che resta della sinistra


Articolo pubblicato il: 22/10/2017 14:56:48

E’ molto vicino il tempo in cui i libri di scuola, i programmi radiotelevisivi, i racconti dei nonni ai nipoti, relegheranno la rivoluzione d’Ottobre e il Capitale di Marx in un breve, sintetico e annoiato capitoletto delle rispettive forme di comunicazione. Cosa manca perché spuntino qua e là nuovi Hitler, Mussolini, Franco, Pinochet, Salazar, perché il sud Africa torni razzista e l’inversione a “U” di tre quarti del mondo incomba sui popoli con governi, ideologie e comportamenti di destra? Manca poco. Il Paese per il momento più potente della terra ha scelto di farsi rappresentare da un fanatico miliardario razzista, machista, omofobo, che governa gli Stati Uniti per tutelare i propri interessi, quelli degli amici inquinatori della Terra, di produttori e venditori di armi, dei ricchi in danno di poveri, dell’autarchia produttiva, nella convinzione, che il “me ne frego” delle leggi e l’ignoranza delle regole di coesistenza con il resto del mondo, siano un diritto concessogli da un dio personale. E Trump è sempre più in buona compagnia. Di sinistra, o comunque di democrazia, c’è poco o niente nella Russia di Putin, in Ucraina e in altri satelliti di Mosca. Ex partner dell’impero sovietico agganciano la locomotiva della destra europea e la mappa dei viaggiatori è impressionante. Il treno ad alta velocità della svolta ospita Polonia, Ungheria, Romania e sembra in attesa di prendere su altre nazioni in cui cova la tentazione di cancellare per sempre l’ottobre del 1917 per aderire al club della globalizzazione liberista che nell’Europa occidentale conta tra gli adepti Svizzera, Danimarca, Belgio, Olanda. Si moltiplicano i segnali di adesioni, in un futuro non lontano, in Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna. In Turchia è già in atto con Erdogan.

E l’Italia? Il tetro gioco della roulette russa è il motivo dominante del caos politico che regna nella casa della sinistra: moderata, estremista, nostalgica, progressista, mortalmente conflittuale, schizofrenica. Chi premerà il grilletto con il colpo in canna? Lo scontro è generazionale e ideologico, con evidente autoreferenzialità di leader vecchi e nuovi, nemici per la pelle, per ripicche e vendette. Si moltiplicano le liti furibonde tra chi dovrebbe opporsi all’imminente scandalo del groviglio di destra pronto a ricompattarsi per governare nel nord del Paese e sradicare il consenso del sud per i 5Stelle, dilettanti della politica che cavalcano il qualunquismo. Così, l’Italia si sveglierà tra non molto con gente come Salvini e Di Maio, cariatidi di Forza Italia e lembi dell’estremismo di destra, a far danni. Non sarà un bel ridestarsi e a giudicare da recenti test di governo del centrodestra è verosimile l’ipotesi di un nuovo buco nero nella gestione di un Paese appena fuori da una crisi profonda.

Al tempo dello strapotere democristiano, la sinistra commentava con amarezza. “L’avete votato? Tenetevelo”. Il commento non era per nulla consolatorio, ma neppure frustrante. Diventava lo sprone per continuare a sognare un Paese migliore, liberato dal bubbone del malgoverno. In questa stagione nebulosa, c’è l’abilità di un artigiano dotato di pazienza infinita e adeguata autorevolezza, capace di ricomporre i cocci di un vaso ridotto in mille pezzi da esibire restaurato a una ritrovata quanto utopica consapevolezza degli italiani?