SCATENI. La politica, moderno bene di rifugio


Articolo pubblicato il: 20/04/2017 15:21:49

“Che vuoi fare da grande”. I ragazzi, ancora nella stagione della pre maturità, subivano l’interrogatorio da adulti che di altro non sapevano  dialogare con loro perché lontani anni luce da doti pedagogiche adeguate. I pargoli rispondevano a malincuore “Vigile del fuoco, pilota, calciatore…”. A vanvera. Al test, riproposto oggi, risponderebbero “il politico” e senza esitare. Il perché è ovvio.  Il parlamento è affollato di mestieranti che  faticherebbero, e molto, a sbarcare il lunario se dovessero entrare in competizione con quanti cercano nei mestieri e nelle professioni il ruolo sociale di lavoratori. Il politico è un alieno della società, spesso senza arte né parte. Basta  citare parlamentari come il mitico Scilipoti o l’incredibile Razzi, incolto interlocutore del presidente nordcoreano, al quale sabotatori del regime hanno riferito di un politico italiano  “influente”. Il deputato, cultore pirotecnico dell’italiano, dovrebbe candidarsi alla presidenza dell’Accademia della Crusca. Il consiglio è di rintracciare su internet  un suo intervento a Palazzo Madama. Intervistato ha dichiarato “"Io penso ai cazzi miei, ho 63 anni, in Italia non ho mai lavorato, dove vado? Per dieci giorni mi inculavano. Se si votava il 28 di marzo, non prendevo la pensione". Questo esemplare proclama, fuori onda è  di rara aderenza all’etica di eletto del popolo, retroscena del voto di fiducia al governo Berlusconi. Il no gli avrebbe precluso di metter le mani sul vitalizio.A proposito, dalle casse della Regione Campania escono con sistematica periodicità circa undici milioni di euro destinati a 246 ex politici, ex ministri, editorialisti, imprenditori, docenti universitari, avvocati, molti di loro in attuale attività extra regionale. In rete, sul sito del consiglio regionale campano è stato pubblicato l’elenco dei beneficiari di diritti acquisiti, cumulabili con il vitalizio di ex parlamentari: Bassolino, tra i più noti, due volte presidente  della giunta, l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, ex vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, due volte presidente della Regione, l’ex ministro Carmelo Conte, il collega Ortenzo Zecchino. Antonio Gava e Armando De Rosa, Isaia Sales, Samuele Ciambriello.  Forse il premio pensionistico da“ex” non  sarebbe ragione sufficiente per “scendere in  politica” e il pacchetto di privilegi include ben altro. In cima  ai vantaggi c’è sicuramente l’impunità delle assenze in parlamento che assumono dimensioni clamorose in occasione di dibattiti di interesse sociale, in prossimità di eventi sportivi eclatanti, di ponti proposti dalle festività, da previsioni meteo di alta pressione, sole  e temperature in aumento o semplicemente per l’accordo generale di chiudere le porte del parlamento dal venerdì al martedì successivo.  I Razzi e gli Scilipoti non sono le uniche pecore nere dell’allegra famiglia di incompatibilità con il ruolo. Deflagra a livelli superiori di decibel il botto della nomina alla  vice presidenza della Camera di Luigi Di Maio, parvenu sorto dal nulla, in lite permanente con l’italiano, non solo con il tempo verbale del congiuntivo, beccato a più riprese con il naso allungato come  Pinocchio, a caccia di telecamere a cui esibire brevi sfilate da indossatore. Il vetusto “Lei non sa chi sono io”, soggetto reiterato di gag esilaranti, è ancora il biglietto da visita dei politici alla Razzi. L’insieme dei premi di appartenenza alla casta dice tutto sull’ambizione dei nullafacenti a farne parte. L’attualità racconta che la combriccola a sostegno dell’incredibile elezione della Raggi è portatrice di corposi approfondimenti sul ”sistema”. La sindaca ha ottenuto il mandato sospinta da soggetti da cronaca giudiziaria, che ha difeso strenuamente, riconoscente. La Virgina del Campidoglio,  come lupa capitolina ha perso il pelo, non il vizio. In corso di nomina dei vertici Acea, azienda romana idrica e dell’energia, per garantirsi la tutela del variegato ventaglio 5Stelle, ha distribuito le nomine con il manuale Cencelli rivisto in chiave pentastellata, dosato con meticolosità da ex Dc. Definitivamente ammainata la bandiera della ricerca del curriculum migliore ?

Luciano Scateni