SCATENI/"Lei non sa chi sono io"


Articolo pubblicato il: 26/01/2019 20:44:46

Certo è cosa del passato remoto, ma utile a interpretare un altro di oramai tanti casi dell’incoerenza da potere dei grullini, che predicano non proprio male, ma razzolano malissimo, ovvero lo svarione politico della signora, o signorina Carla Ruocco, presidentessa della Commissione Finanze della Camera, invitata al Convegno sulla Shoa, con Fico, presidente del Senato, il sottosegretario leghista Giorgetti, il ministro dell’istruzione  Bussetti, la presidente dell’Unione Comunità ebraiche Di Segni: la segretaria della deputata risponde all’invito con una domanda: “Per la presidente On. Carla Ruocco, è stato riservato un posto tra le autorità? Gradirei essere informato al numero di telefono….”. Che dire, la grullina torna a settant’anni fa, quando i fascisti con qualche ruolo di comando, reagivano a supposte mancanza di riverenza con un perentorio “Lei non sa chi sono io!”. E poi, signora Di Segni, dica alla sua segreteria, che il titolo di onorevole è usurpato, abolito da cento anni e sconosciuto a ogni altro Parlamento.

Nel marasma generale in cui si dibatte il governo giallo verde meritano visibilità le ultime news. Succede che il tribunale di Catania sentenzia: impedire per giorni e giorni a migranti e personale della nave Diciotti di sbarcare è un reato di sequestro di persona. Se da condannare o assolvere sarà il Senato a deciderlo ed è una prima anomalia. Se a Palazzo Madama   la Lega contasse su una maggioranza assoluta e garantita autorizzerebbe mai il tribunale il suo capo? Cosa accadrà è arduo pronosticarlo. I 5Stelle, negandola, verrebbero meno al loro caposaldo giuridico favorevole al processo dei deputati inquisiti dalla magistratura, se votassero per il sì e Salvini fosse condannato, salterebbe il governo. Se poi Salvini ricorresse all’immunità parlamentare, nella base dei 5Stelle crescerebbe la contestazione al dietrofront dei vertici del Movimento.

Tav, secondo capitolo del caos: i Cinquestelle, con Di Maio, Di Battista e Toninelli in testa, per dare credito al no per il Treno ad Ata Velocità, fanno appello a un’analisi, per ora non nota, su costi e ricavi dell’opera, per dimostrare che “non s’ha da fare. Salvini, pressato dalle imprese del Nord interessate all’affare Tv e con un aiutino di Forza Italia, per analoghi motivi, dichiarano di essere in possesso di un’analisi dei costi che legittima il completamento della linea ferroviaria Lyone-Torino. Corollario della disputa è Tap, questione messa in carniere per il momento dai 5Sstelle, ma suscettibile di nuovi colpi di scena.  Il capolavoro del casino tra gialli e verdi è però la vicenda delle trivellazioni, che secondo gli esperti sono responsabili di grave inquinamento e scarsa produttività. La lega sarebbe per trivelle a gogò, i grillini contro. Il braccio di ferro non ha vinti né vincitori. Fosse una partita di calcio il risultato sarebbe per il momento di parità, di zero a zero, uno a uno, perché le trivellazioni sono fermate, ma si tratta di una sospensione di diciotto mesi, che accontenta l’ambientalismo grillino e scontenta, solo temporaneamente, la Lega. 

Luciano Scateni.

Luciano Scateni.