Scateni. Pericolose nostalgie


Articolo pubblicato il: 16/06/2017 14:57:50

Forse è tempo di scollare dal calendario che esalta l’arma dei carabinieri lo storico appellativo di “benemerita”. Siamo cresciuti nel mito di una sua eccellenza, che per anni ha compensato ombre o peggio abusi, violenze e subordinazione passiva a governi antidemocratici, di altre forze dell’ordine. La cronaca degli ultimi anni ha fornito elementi probanti di un’inarrestabile degenerazione di troppi elementi del corpo, con il racconto di pestaggi selvaggi, illeciti, processati e spesso assolti per non inficiare il buon nome dell’arma. Il mito si è comunque incrinato. Giornalisti d’inchiesta e familiari delle vittime di violenze hanno permesso di squarciare veli di omertà e tolleranze complici.

Succede nella Lunigiana, merito delle indagini della Procura di Massa, che la caserma dei carabinieri evochi lo scandalo della prigione di Guantanamo, caso emblematico di soprusi sui detenuti, fino alla bestialità di torture fisiche e mentali da Medio Evo, da santa inquisizione. Un vero inferno la caserma di Aulla, un lager: divise infangate da razzismo, apologia del fascismo (“i neri? Mussolini ne ha fatto saponette”), brutalità inflitte con disprezzo per la dignità delle vittime, sadismo. Immigrati minacciati, insultati, picchiati selvaggiamente, in nome di un odio razziale neonazista. “Uomini di colore? Sono idioti, scimmie”, racconti con tronfia vanteria di pestaggi, scariche elettriche su migranti inermi, uso improprio di coltelli proibiti, manganelli, perfino asce e giustizia sommaria, illecita, come bucare le ruote di automobilisti con la polizza dell’assicurazione scaduta; perfino una prestazione sessuale chiesta in cambio di una “distrazione” nei confronti di una donna africana alla guida con la patente del suo Paese non valida in Italia.  Arresti e indagati e da alcuni di loro propositi di vendetta, altre minacce. Il pericolo di rigurgiti fascisti è nell’aria. Ne sa qualcosa la destra, a braccetto con i neofascisti di Casa Pound e il reato di apologia tollerato a lungo, che ha disconosciuto il dettato della Costituzione. Gli attivisti di Forza Nuova, estrema destra, hanno manifestato contro la legge sullo Ius Soli, hanno urlato insulti nei confronti della presidentessa della Camera Laura Boldrini e marciato con il braccio teso, esplicito saluto fascista.  Finalmente la polizia ne ha identificati e denunciati cinquanta per apologia del fascismo. In parlamento la Lega nord scatena una rissa furibonda con assalto ai banchi del governo e il capogruppo ingiuria Grasso, presidente del Senato, seconda carica istituzionale: “Infame…terrone di merda”.

Segnali di restaurazione del ventennio si sono ripetuti ciclicamente in questi settant’anni di Repubblica e più di un tentativo di colpo di Stato è stato fortunatamente sventato, ma non ha dissuaso definitivamente i nostalgici del fascismo, i più violenti con comportamenti espliciti, altri camuffati in partiti di destra come Fratelli d’Italia e Storace, o mascherati, come la lega di Salvini, o simpatizzanti, come i 5Stelle dell’ultima ora (e non solo) che sul tema del Ius soli hanno scelto una pilatesca astensione. Che sia un segnale di conferma della neo affinità elettiva con il razzismo leghista?

Luciano Scateni