Capua. Al Museo Campano Rosalia Santoro racconta l'arte di Lello Esposito






Articolo pubblicato il: 07/07/2022 10:27:29

Questo il testo del comunicato stampa diffuso dal Museo Campano di Capua:

"Rosalia Santoro racconta l’arte di Lello Esposito dalla mitologia all’esoterismo: coronamento del progetto di internazionalità e successo strepitoso in una serata magica e con un parterre d’eccezione.

L’impegno di portare il Museo Campano a livelli di internazionalità di cui ha parlato la presidente Rosalia Santoro quando ha ricevuto il suo mandato dal presidente della Provincia Giorgio Magliocca (in foto ndr), è stato portato a termine ed attuato ieri sera, mercoledì 6  luglio, con la presentazione del libro “Rosalia Santoro racconta l’arte di Lello Esposito dalla mitologia all’esoterismo” - si legge nel comunicato - e con il vernissage della mostra delle opere del grande Maestro Lello Esposito che restano nella splendida cornice del Museo Campano fino al 22 ottobre. Un parterre d’eccezione e grandi nomi dell’imprenditoria, della cultura e delle istituzioni, artisti e nomi illustri del mondo dello spettacolo erano presenti a questa serata che si è rivelata essere davvero l’evento dell’anno. Le presentazioni del libro - si legge ancora - e delle opere da parte di Rosalia Santoro e di Lello Esposito, all’ombra delle Matres in colloquio con le Sirene, l’omphalos e Pulcinella, Diana Tifatina, la Janara ed il Vesuvio, simboli e soggetti dell’arte di Esposito raccontati nel testo di Santoro, hanno affascinato i visitatori che si sono sentiti trasportati in questo mondo antico fatto di leggende, misteri e miti, nel mondo ambivalente della città di Napoli. Il racconto affascinante di Santoro, sotto il cielo di Palazzo Antignano - recita ancora il comunicato - ha ammaliato gli ospiti presenti. La serata è proseguita in convivialità, al suono del violino della bravissima Fabiana Sirigu, prima violinista di Antonello Venditti e si è conclusa con un mini concerto a sorpresa della grande Monica Sarnelli che ha regalato agli ospiti 3 canzoni. “Quando il presidente - si legge ancora - della provincia Giorgio Magliocca - afferma Santoro - mi ha affidato questo difficile compito, mi sono messa subito al lavoro per portare questo museo dove merita di essere, nel circuito Internazionale. Abbiamo fatto squadra con il consiglieri Carmela Del basso e Fausto Beato e con il direttore Gianni Solino . Abbiamo lavorato duramente! Con pochissimi fondi - si legge ancora - a disposizione non è stato facile per niente, ma ci abbiamo messo cuore ed anima ed in un solo anno siamo riusciti nel nostro obiettivo. Stasera abbiamo raggiunto davvero  l’Internazionalità essendo riusciti a portare le opere del Maestro Lello Esposito nel nostro museo.” “Quando ho visto le collezioni del museo- ha affermato il maestro Lello Esposito- sono rimasto - prosegue il comunicato - affascinato da tanta bellezza e mi sono immaginato le Matres come dovevano essere piene di colori, così ho voluto lasciare le mie opere a fare quasi da sfondo a queste magnificenze. Sono davvero felice di esporre in una cornice così magica”. “Con le opere di Lello Esposito - racconta Santoro nel suo libro - si penetra totalmente ed interamente nel mondo - recita ancora il comunicato - misterioso dell’esoterismo e nelle viscere dei misteri di Napoli. Leggende, alchimia, magia si fondono con la materia nelle mani di Lello e da qui vengono fuori opere d’arte legate da un immaginario filo conduttore che poi è lo stesso che rende Napoli unica al mondo. Le opere di Esposito trasudano l’essenza di Napoli anche nei materiali utilizzati, esplodono dei colori, della materialità, delle grida - si legge ancora - della confusione o “ammuina”, di quella gioia di vivere e quella volontà che spinge ad andare avanti nonostante tutto ma nello stesso tempo nascondono la volontà di rispondere a rituali esoterici legati a superstizioni e leggende di cui gli usi, i costumi e, più in generale, tutta la cultura partenopea sono permeati. L’arte di Lello rende a 360 gradi il mondo napoletano, che nel suo approccio alla vita di tutti i giorni, nella sua modalità di affrontare i problemi - si legge ancora - e gli ostacoli che gli si presentano, nel suo colorito linguaggio e nella sua propensione a gesticolare, lascia trapelare tradizioni e superstizioni che affondano le loro origini nelle credenze e nelle simbologie profonde che si sono tramandate nel corso dei secoli. Quanto accade a Napoli - prosegue il comunicato - potrebbe apparire “antico” in tante altre parti del mondo ma le motivazioni irrazionali che spingono al culto di questi spiriti e al legame verso le tradizioni sono profondamente e, oserei dire, gioiosamente radicate nel popolo napoletano. Seppur consapevoli dei fondamenti non certo scientifici di alcuni gesti scaramantici e alcuni rituali benaugurali, il napoletano, di qualsiasi livello culturale si tratti e a qualsiasi ceto sociale appartenga, sembra non avere alcuna voglia di prendere le distanze da alcune convinzioni e tradizioni che, anzi, rispetta con fierezza. Ecco quello che c’è nelle opere di Esposito. Tutta l’essenza - si legge ancora - dell’essere napoletano e il dualismo che caratterizza Napoli. C’è il bianco e il nero, il bene e il male, il positivo e il negativo, il mascolino e il femminino, l’unione degli opposti, il tutt’uno che si scinde e si riunisce; c’è la fede e la superstizione, il maledetto e il benedetto, il buio e la luce, il logico e l’irrazionale, le usanze e la filosofia di vita. C’è l’essenza profonda di quel “non è vero, ma ci credo” che racchiude mille sfaccettature di una città dalle infinite anime e dal dualismo perpetuo”.