Ospedale del Mare, Cardarelli, Santobono, San Paolo, Pellegrini, Cto, Fatebenefratelli e Villa Betania: bollettino sanitario, stilato alle 23 e 30 di una serata che i napoletani hanno trasformato in magia, incanto, esplosiva euforia, manifesto identitario, rappresentazione fantasmagorica di felicità: 16 i feriti trasportati al Pronto Soccorso degli ospedali durante i festeggiamenti per il quarto scudetto del Napoli. 5 feriti con traumi e fratture all'interno dello Stadio Maradona, portati in ospedale con l'ambulanza, 121 le persone che si sono recate agli Health Point del 118 dell'Asl Napoli 1 Centro, con malori, stati di alterazione o ferite di vario tipo, per fortuna non gravi. 25 codici bianchi, 80 codici verdi,16 gialli. Mancano notizie di feriti per l’incredibile festa parallela di napoletani e tifosi nordisti degli azzurri confluiti nella piazza del Duomo di Milano. Inevitabile lasciarsi coinvolgere da quest’orgia di gioia straripante e lo siamo pienamente, con qualche “ma” certo, difficile da condividere, indotto da spinta anticonformista. È legittima l’enfasi di giornalisti narratori del calcio e non meno la spettacolare evidenza nelle prime pagine dell’evento “quarto scudetto del Napoli” (non estranea all’obiettivo primario di maggiori vendite), “ma” desta dubbi l’abbinamento forzato scudetto-magnificenza extracalcistica di chi associa l’impresa sportiva alla Grande Bellezza assoluta di Napoli. Certo, chi ama Napoli visceralmente, si identifica nell’immaginifico degli uomini-guida che l’esaltano e omologano l’impresa sportiva alla sua magnificenza globale, certificata dal 2 a 0 imposto al modesto Cagliari, che stampa sulla bandiera azzurra del Napoli il prestigioso numero 4. Intellettuale prestato alla politica, Manfredi evidenzia il primato personale di due scudetti vinti dagli azzurri nei tre anni da sindaco e l’importanza del successo calcistico per un radioso futuro della città. Come? Fantasia, estro, creatività hanno ispirato gli specialisti in titoli da prima pagina: “Il regno di Napoli” (Gazzetta dello Sport), “Na cosa grande (Na senza l’apostrofo iniziale, Corriere dello sport), “Napoli è mille colori” (QS), L’oro di Napoli (La Stampa), “Pazzi di gioia, Napoli poker” (la Repubblica), “Lo scudetto torna a Napoli, la gioia, la festa” (Corriere della Sera), “Quatt’ Quatt’ (ovvero Zitto, Zitto, Cronache di Napoli), “FaNtastici”, “La nostra notte”, “Napoli capitale”, “Canta Napoli” (Il Mattino). Sorpresa, tra le tante autorevoli firme che hanno narrato l’impresa calcistica degli azzurri, manca quella di Maurizio De Giovanni, che oltre per i ‘gialli’ è interpellato anche sulle vicende di Meret e compagni, nel ruolo di competente “Forza Napoli sempre”. Cattiveria da giornalista provocatore: ma che c’è di Napoli nel Napoli del quarto scudetto? De Laurentis è un imprenditore cinematografico romano, Antonio Conte è leccese, tra gli undici calciatori protagonisti dell’exploit non c’è neppure un napoletano e se il Presidente dovesse investire altrove i profitti della gestione Calcio Napoli è probabile che non esiterebbe a vendere la società, magari a un emiro arabo, a un tycoon americano. E però: è gioia alle falde del Vesuvio, nella terra di Partenope e la festa è appena cominciata. Allegria!
GoldWebTV è anche su WhatsApp! Iscriviti al canale per avere le ultime notizie direttamente sul tuo telefonino!