Articolo pubblicato il: 21/05/2022 15:48:19
Questo il comunicato stampa diffuso dalla Diocesi di Caserta: "Rosario Livatino, la toga e il martirio - Un giudice come Dio comanda. Questo il titolo della pubblicazione e del convegno voluto da “Alleanza Cattolica” e dal “Centro Studi Rosario Livatino” alla Biblioteca del Seminario della Curia di Caserta. A presenziare - si legge nel comunicato - l’incontro S.Ec.Rev. Monsignor Pietro Lagnese, Vescovo di Caserta – i saluti di Antonio Messineo (in foto con il Vescovo Lagnese ndr) Questore di Caserta – l’introduzione di Luigi Nunziante, Direttore de il “Poliedro” il mensile diocesano – e l’intervento del Magistrato, Domenico Airoma. Il “giudice ragazzino”, come tutti lo ricordano. Livatino “è morto perdonando, come Gesù, i suoi uccisori”. Venne ucciso il 21 settembre 1990 sulla statale Caltanissetta-Agrigento mentre si recava, senza scorta, in tribunale. Il beato, che la Chiesa ha proclamato e che commemorerà ogni 29 ottobre - prosegue il comunicato - giorno della sua canonizzazione. Eroe della legalità e martire di Cristo. Un gigante. Il “santoccio” così come definito da chi lo avversava. Il giudice Livatino, non deve essere ricordato unicamente con la figurina del santino da far circolare – è stato detto. In lui – così nel corso del convegno - c’è l’insegnamento la forza di chi opera con “cuore” verso chi ha commesso un crimine, per poi pronunciare il sofferto giudizio a chi è stato lontano dalla luce di Dio. Un magistrato di prima nomina in un territorio infuocato, una incongruenza forte – è stato commentato - di uno Stato - si legge ancora nel comunicato - che opera alla cieca. L’esempio di Rosario Livatino, è per tutti, una figura di magistrato molto attuale, in qualche modo e molto significativa perché rappresenta il riscatto di tutti quei magistrati che in silenzio fanno il loro mestiere. Il fondamento del Diritto è l’aspetto più vigoroso che emerge dal suo operare giustizia. Qualcosa in cui trasuda tutto il suo essere cristiano tutta la sua santità di giudice e di uomo. Infatti – è stato indicato nell’incontro in Diocesi - non basta la conoscenza di ciò che è giusto per operare giustamente, ma occorre la libera e attiva partecipazione e il sostegno dalla grazia divina. La giustizia diventa virtù morale e individuale con Livatino. L'uomo giusto - recita ancora il comunicato - di cui spesso si fa parola nei Libri Sacri, si distingue per l'abituale dirittura dei propri pensieri e per la rettitudine della propria condotta verso il prossimo. E ancora “Livatino è morto perdonando, come Gesù, i suoi uccisori”. E non possiamo non ricordare il grido di papa Giovanni Paolo II, proprio sotto il cielo di Agrigento, nella Valle dei Templi, e proprio, dopo aver incontrato i genitori del giudice Livatino. Quell’accorato appello in diretta TV, quell’indice alzato verso il cielo di Agrigento: quel “Convertitevi” che ancora fa vibrare il cuore e l’anima di tutti, cristiani e non. Il Vescovo - prosegue il comunicato - ha già condiviso l'interesse con i numerosi docenti presenti al convegno, per appuntamenti presso le scuole del casertano per replicare momenti di incontro nelle scuole superiori per far conoscere ai tanti giovani la figura di Rosario Livatino, un uomo che, operando sulla base del fondamento del diritto, ha praticato la giustizia come virtù morale e individuale. Nell’occasione è stato segnalato alla lettura, come approfondimento sul tema, il libro a cura di Alfredo Mantovano, Domenico Airoma ed Alfredo Rocco, per i tipi de “Il Timone Editore”Ernesto Genoni".