Il messaggio di pace dell'Arcivescovo Lagnese, dopo l'annullamento del concerto del maestro russo Gergiev alla Reggia






Articolo pubblicato il: 26/07/2025 16:16:20

Questo il messaggio dell'Arcivescovo Lagense diffuso dalla Diocesi di Caserta attraverso la sua pagina Facebook:
 
"NON POSSIAMO ABITUARCI AL RUMORE DELLE BOMBE MESSAGGIO DEL VESCOVO PIETRO LAGNESE
 
Con cuore di pastore desidero intervenire in merito alla decisione, recentemente comunicata, di annullare il concerto del direttore d'orchestra russo Valery Gergiev nell’ambito della rassegna “un’estate da re” promossa nella Reggia di Caserta. Pur riconoscendo il valore universale dell’arte e della musica come strumenti di dialogo e di pace - si legge nel post - comprendo coloro che, in questo delicato momento storico, hanno ritenuto non opportuna la presenza sul nostro territorio di personaggi che, sebbene invitati per finalità meramente artistiche, sono unanimemente riconosciuti vicini a regimi aggressori. D’altra parte, condivido le ragioni di quanti affermano che solo perseguendo, con tenacia e pazienza, le vie del dialogo e dell’incontro si possono - si legge ancora - superare ferite e divisioni e si può progredire nella costruzione della pace. La Città di Caserta in questa opera si è sempre caratterizzata per un forte impegno, e da tempo si distingue per il suo contributo in favore della cultura dell’amicizia e dell’incontro, dell’accoglienza e della solidarietà.
 
Come Chiese di Capua e di Caserta - unitamente all’intero episcopato italiano - vogliamo, senza stancarci, essere seminatori di speranza, custodi di fraternità, costruttori di un mondo - si legge ancora - in cui i popoli possano riconoscersi non come nemici, ma come fratelli. Siamo grati al defunto papa Francesco, profeta inascoltato, che fino all’ultimo istante della sua vita ha fatto sentire la propria voce in favore della pace, e ci uniamo a papa Leone XIV che ogni giorno chiama tutti a costruire ponti, con il dialogo e con l’incontro, e chiede ai cristiani di farsi - prosegue il post - in nome di Cristo, testimoni credibili di una pace disarmata e disarmante.
 
In un tempo ancora profondamente segnato dalle ferite di guerre ingiuste e devastanti, come quella in Ucraina e quella che sta insanguinando la Striscia di Gaza, sento il dovere morale di unirmi alla voce di tanti che chiedono con forza il rispetto della dignità umana, la fine delle ostilità - si legge ancora - e la ricerca concreta di soluzioni di pace. Deploro con fermezza il vergognoso sterminio di Gaza, dove la popolazione civile continua a essere vittima di violenza, di fame, di distruzione e di morte. Ogni vita spezzata è una sconfitta per l’intera umanità. Allo stesso modo, ribadisco il pieno sostegno del nostro popolo e delle nostre Chiese alla martoriata nazione ucraina, ancora oggi colpita dall’aggressione militare russa. A più di tre anni dall’inizio - prosegue il post - dell’invasione, non possiamo abituarci al rumore delle bombe né restare indifferenti di fronte al dolore di un popolo calpestato e ferito.
 
In questo spirito, le nostre comunità, nell’ambito del progetto “È più bello insieme”, promosso dalla Chiesa italiana e coordinato da Caritas Italiana - si legge ancora - accoglieranno nei prossimi giorni 50 ragazzi ucraini, provenienti da zone di conflitto, presso il nostro Centro Fernandes di Castel Volturno, opera-segno della Chiesa di Capua e luogo simbolo di accoglienza e solidarietà, per offrire loro momenti di serenità e di svago lontani - si legge ancora - dai drammi che stanno vivendo. Questa accoglienza sarà un’esperienza di incontro, ascolto e condivisione, che vuole incarnare il Vangelo della pace e costruire ponti tra i popoli. Sarà un’occasione - in modo speciale per i giovani coinvolti nell’accoglienza - in cui sperimentare che possiamo essere tutti "artigiani di pace"  - si legge ancora -  per la costruzione di un mondo pacificato. Invito tutte e tutti a pregare per la pace, a educare alla pace, a scegliere la pace. Solo così il nostro territorio potrà essere non solo spettatore, ma protagonista di una nuova primavera di riconciliazione tra i popoli".