Marcianise. Ring Verde. Il Comune restituisce parte dei fondi: le precisazioni dell'Assessore Farro






Articolo pubblicato il: 19/06/2025 11:43:47

Questo il comunicato stampa dell'Assessore ai lavori pubblici del Comune di Marcianise Stefano Farro:

"Ring Verde, una precisazione doverosa: ecco perché il Comune di Marcianise ha restituito parte dei fondi

Circa la restituzione di oltre 600.000 euro da parte del Comune di Marcianise alla Regione Campania, relativa al progetto del “Ring Verde”, si ritiene opportuno fornire alcune precisazioni per chiarire il contesto tecnico e amministrativo di tale operazione. Il progetto “Ring Verde” nacque con l’ambizione di creare una vasta area verde a sud del territorio comunale - si legge nel comunicato - con funzione di mitigazione ambientale tra la zona urbana e quella industriale, coerentemente con i principi ispiratori del Protocollo di Kyoto e degli strumenti regionali di programmazione ambientale. L’opera prevedeva una delle più estese afforestazioni mai realizzate da un Comune italiano, con l’obiettivo di rigenerare un ecosistema coerente con il paesaggio della storica Campania Felix.

Tuttavia, nel corso della sua lunga e complessa esecuzione, il progetto ha subito numerosi ridimensionamenti e modifiche resesi necessarie da circostanze giuridiche, tecniche ed economiche che meritano di essere approfondite.

1. Sentenza della Corte Costituzionale n. 348/2007

Uno dei principali ostacoli alla piena realizzazione del progetto fu la pronuncia della Corte Costituzionale n. 348 del 22/10/2007, che dichiarò incostituzionale l’art. 5-bis del D.P.R. 327/2001 in materia di espropriazioni. Questo determinò l’obbligo di adeguare - si legge ancora -  il prezzo unitario per l'acquisizione delle aree, con un aumento sostanziale dei costi rispetto alle previsioni iniziali. Di conseguenza, l’area da espropriare fu ridotta, pur restando invariato il quadro economico complessivo del progetto.

2. Varianti progettuali approvate nel tempo

Nel 2011 la Giunta Comunale approvò una prima perizia di variante, che destinava parte delle risorse originariamente previste per gli espropri alla realizzazione di una villa comunale attrezzata di fronte al velodromo. Tale scelta - si legge ancora - ridusse ulteriormente le superfici da espropriare.

Nel 2014 fu approvata una seconda perizia di variante, con un aumento contrattuale del 5% finalizzato all’installazione di un impianto di irrigazione automatica e al cablaggio per la videosorveglianza. Anche in questo caso, la maggiore incidenza di spesa per opere complementari ha comportato la riduzione della disponibilità economica - prosegue il comunicato - per l’esproprio di ulteriori aree.

3. Realizzazione di opere non previste nel progetto originario

Gran parte delle risorse residue è stata assorbita dalla realizzazione di un muro in tufo, non previsto nel progetto iniziale, che ha inciso fortemente sul bilancio complessivo e ha introdotto una frattura ecologica in contrasto con gli intenti originari del bando, che prevedevano la continuità di un “corridoio verde” come filtro naturale - si legge ancora - tra città e zona industriale.

4. Conclusione lavori e furti

I lavori risultano formalmente conclusi al 02/02/2017, ma l’area è stata oggetto nel tempo di atti vandalici e furti ai danni degli impianti e delle alberature, nonostante la presenza del sistema di videosorveglianza - prosegue il comunicato - aggravando lo stato di abbandono e compromettendo la fruibilità degli spazi realizzati, come nel caso del parco giochi mai inaugurato di fronte al velodromo.

5. Ragioni della restituzione

Poiché la Regione Campania aveva stanziato fondi specificamente finalizzati all’acquisizione di un’area di una certa estensione, e poiché l’area effettivamente espropriata risulta notevolmente inferiore a causa delle modifiche sopra elencate, il Comune di Marcianise – con determina n. 390 del 13 giugno 2025 – ha doverosamente provveduto alla restituzione della somma relativa alla parte non espropriata e dunque non utilizzata. Risulta pertanto fuorviante e ingeneroso rappresentare la restituzione dei fondi come sintomo - si legge ancora - di inefficienza o incapacità dell’attuale amministrazione. Al contrario, si è trattato di una conseguenza tecnica e finanziaria inevitabile, generata da scelte e circostanze stratificate nel tempo, su cui l’attuale amministrazione non ha avuto possibilità di incidere. Stiamo oggi lavorando concretamente per la riqualificazione dell’intera area - si legge ancora - con l’obiettivo di restituire alla città un patrimonio ambientale e sociale all’altezza delle sue legittime aspettative".