"Nostos": il romanzo del casertano Gaetano Ippolito nato dai laboratori con i detenuti






Articolo pubblicato il: 27/03/2019 17:34:50

Questo parte del testo del comunicato stampa arrivato in redazione:

Il realismo di “NOSTOS” è ispirato ai racconti che Gaetano Ippolito, l’autore del libro, ha ascoltato dai detenuti durante i laboratori di scrittura creativa. Da queste esperienze è nata l’idea di un romanzo di formazione sul tema del “cambiamento”. Si legge nel comunicato. Il racconto si sviluppa attraverso tre storie parallele che si incontrano all’interno del carcere. Qui le vicende dei personaggi si intrecciano nell’ambito di un torneo di calcio, la cui squadra dei detenuti è guidata dall’educatore della struttura circondariale che vuole sperimentare un metodo di crescita
personale. Dopo aver scontato la pena, - si legge nel comunicato - i protagonisti dovranno fare i conti con la dura realtà della società civile. Le trame si sciolgono nel “ritorno a casa”, attraverso il racconto alternato delle storie. La struttura del libro è simile a quella del Nuovo Testamento, con tre Vangeli sinottici: Luca, Matteo e Marco che sono i nomi dei personaggi delle tre storie; e uno teologico Giovanni, - si legge nel comunicato - che è il nome del personaggio dell’educatore. Il romanzo si conclude con il capitolo dal titolo Itaca, che racchiude il significato metaforico del racconto che si fonda sulla forza simbolica del calabrone. L’autore nasce nel 1972 in provincia di Caserta. Si diploma in regia cinematografica presso la Nuova Università del Cinema e - si legge nel comunicato - della Televisione a Roma (Cinecittà). Lavora come regista, produttore e documentarista. Realizza come documentarista “Inside Africa” (2012) vincitore del festival di Luca Zingaretti. Realizza da produttore “La Domtiana” (2007), di Romano Montesarchio, in onda su Rai3 nel programma DOC3, Sulla BBC nel programma My Country, e su ORF la televisione di stato austriaca.“Durante i laboratori all’interno delle carceri”, ha dichiarato Gaetano Ippolito, “ho scoperto che - si legge nel comunicato - il 70% dei detenuti sono sempre gli stessi, perché buona parte di essi è convinta che nella vita può soltanto delinquere. La mia esperienza mi ha fatto comprendere quanto le credenze e le convinzioni che abbiamo determinino le nostre scelte e quindi la nostra esistenza. L’idea di scrivere un romanzo - si legge nel comunicato - è nata dal sogno di comunicare l’importanza di avere una mentalità positiva, perché le azioni che decidiamo di intraprendere sono in realtà il risultato delle nostro mondo di pensare. A volte basta cambiare lo sguardo sulla realtà per cogliere gli aspetti positivi. Ognuno di noi ha un sogno, la propria Itaca da raggiungere. Per giungere nella terra promessa - si legge nel comunicato - sono necessarie tre cose: conoscenza, fede (intesa come fiducia in se stessi e nei propri sogni) e amore. La conoscenza ci indica la via da percorrere. La fede ci dona il coraggio. L’amore annienta la solitudine e ci conduce alla ricchezza. Il Nostos è il ritorno all’originaria felicità, - si legge nel comunicato - perché noi nasciamo felici e siamo destinati ad essa. La felicità è già nel viaggiare verso Itaca”.