Riforma europea dell'agricoltura. Ass. Caputo: "Contenuti profondamente preoccupanti"






Articolo pubblicato il: 17/07/2025 09:39:12

Questo il comunicato stampa diffuso ieri dall'Assessore all'Agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo:

"AGRICOLTURA: L’ASSESSORE CAPUTO: UNA RIFORMA SBAGLIATA, UN METODO INACCETTABILE. L’EUROPA STA TRADENDO LA SUA STORIA.

“Oggi, a Bruxelles (ieri ndr), in Commissione Agri del Parlamento Europeo, ho ascoltato il Commissario europeo all’Agricoltura Janusz Hansen e ho provato una profonda delusione. La proposta della Commissione di accorpare PAC, sviluppo rurale, fondi di coesione, pesca e ambiente - si legge nel comunicato - in un fondo unico per la prosperità, la sicurezza economica e territoriale è una scelta che reputo gravemente sbagliata nel merito e inaccettabile nel metodo.

Lo ha dichiarato Nicola Caputo Assessore all’Agricoltura della Regione Campania a Bruxelles a margine della riunione della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo “Per la prima volta, - continua l’Assessore regionale Caputo - tutti i gruppi politici del Parlamento europeo si sono espressi con chiarezza - si legge ancora - contro questa impostazione. Un dissenso unanime che dà la misura di quanto questa riforma sia distante dai bisogni reali dei territori e delle comunità rurali. Eppure, la Commissione va avanti senza alcun reale confronto con il Parlamento, con le Regioni, con le organizzazioni agricole e con chi ogni giorno lavora la terra”.

“Si tratta di una decisione calata dall’alto, che risponde a una logica tecnocratica e centralista, lontana dai principi di sussidiarietà e partecipazione su cui si fonda l’Unione europea. Nel merito, i contenuti della proposta sono profondamente preoccupanti- Viene eliminato il secondo pilastro della PAC, dedicato allo sviluppo rurale (FEASR), che ha rappresentato in questi anni lo strumento cardine per sostenere le aree interne - si legge ancora - la multifunzionalità, i giovani agricoltori, le filiere corte, le imprese innovative e i progetti legati all’agroambiente e al clima.

Tutti i fondi — PAC, Coesione, Pesca, Ambiente — verrebbero convogliati in un’unica busta nazionale, gestita tramite un piano strategico unificato, con il rischio concreto di perdere la visione specifica e strategica del comparto agricolo. L’agricoltura verrebbe trattata - si legge ancora - come un settore tra tanti, e non più come priorità.

Si prevede una governance accentrata che indebolisce il ruolo delle Regioni, riducendo la possibilità di interventi adattati alle esigenze locali e cancellando l’approccio dal basso (bottom-up) che ha sempre caratterizzato lo sviluppo rurale. Scompare la certezza pluriennale dei finanziamenti agricoli, con gravi conseguenze sulla capacità di programmazione degli investimenti da parte delle imprese agricole e delle amministrazioni. Inoltre, non vi è alcuna garanzia di mantenimento delle attuali - prosegue il comunicato - risorse per i pagamenti diretti né per le misure ambientali, che rischiano di essere sacrificate in nome di una flessibilità che, nei fatti, è solo incertezza e arbitrio”.

“Anche sul piano finanziario, la proposta desta forti preoccupazioni. L’ipotesi di creare un’unica busta nazionale, alimentata dalla fusione tra fondi PAC e fondi strutturali, non solo complica la programmazione e rende opaca la destinazione delle risorse, ma apre la porta - si legge ancora - a tagli mascherati e a una concentrazione del potere gestionale nelle mani degli Stati membri.

Nel nuovo sistema, infatti: Non è prevista una ripartizione chiara tra agricoltura, ambiente, coesione e pesca, e non esistono garanzie giuridiche che le risorse oggi destinate alla PAC — in particolare al secondo pilastro — vengano effettivamente mantenute in futuro. L’assenza - si legge ancora - di una chiara disciplina sulla pre-allocazione vincolata delle risorse agricole mette a repentaglio oltre 50 miliardi di euro all’anno, attualmente destinati alla sostenibilità e alla competitività del sistema agroalimentare europeo.

Le Regioni verrebbero completamente marginalizzate: il nuovo modello assegna la programmazione e la gestione quasi esclusivamente agli Stati centrali, cancellando il principio di sussidiarietà e annullando il ruolo fondamentale che le Regioni hanno sempre - prosegue il comunicato - avuto nella gestione della PAC e dei fondi strutturali.

Per realtà come l’Italia e, in particolare, per il Mezzogiorno, ciò rappresenterebbe un arretramento istituzionale drammatico, con un impatto diretto sulla capacità di intervenire in modo tempestivo e mirato nei territori. Senza il coinvolgimento delle Regioni, si perde il presidio democratico e tecnico dei territori rurali”. “Non è accettabile che l’Europa affronti il futuro indebolendo la leva finanziaria e la governance multilivello che hanno garantito cibo, coesione - si legge ancora - sociale e transizione ambientale. Un’eventuale approvazione di questa proposta avrebbe ripercussioni gravissime sui bilanci agricoli regionali, sulla tenuta delle politiche rurali e sul reddito degli agricoltori”.

“La PAC non è solo una voce di bilancio. È il pilastro dell’Europa che produce, che presidia i territori, che garantisce la sicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale. Senza una PAC autonoma e riconoscibile, si rompe il patto tra agricoltura e società, tra istituzioni e territori”. “Per questo oggi - prosegue il comunicato - sono a Bruxelles, al fianco degli agricoltori, per dire con fermezza che questa proposta rappresenta un arretramento storico. Non è questa l’Europa che vogliamo. Vogliamo un’Europa che ascolti, che governi con le comunità, che migliori — ma non smantelli — le sue politiche fondative”.

“La PAC può e deve essere riformata, ma con coraggio, visione e rispetto delle sue radici. Non con scorciatoie burocratiche che ne cancellano l’identità e il valore. Parlamento europeo e agricoltori – conclude l’Assessore regionale Nicola Caputo - oggi parlano con una voce sola. La Commissione ascolti. La PAC - conclude il comunicato - non si tocca".