SCATENI. Audience tv: tutto si fa per te


Articolo pubblicato il: 30/11/2017 15:45:55

Ma datevi una regolata, il potere di condurre talk show, seguiti da qualche milione di teleutenti, non vi autorizza a derogare dalla coerenza professionale di personaggi che si sono giovati di etichette di sinistra per acquisire popolarità e ingaggi milionari erogati da emittenti pubbliche e private. Il monito è rivolto ai conduttori di noti programmi di prima serata. Archiviati dall’incalzare di altri eventi il colloquio di Fazio piegato in due con l’ex cavaliere, le interviste dell’Annunziata, di Mentana e di Formigli al vice presidente neofascista di Casa Pound, merita la segnalazione l’ospitalità dello stesso Formigli che a “Piazza Pulita” ha interloquito con Domenico Spada dell’omonimo clan mafioso di Ostia.

Offrite un dito alle falangi dell’estrema destra e ci prenderanno tutta la mano. Che altro è la sparata di Alessandra Mussolini che scomoda il nonno dalla tomba e proclama che il Duce, in pochi mesi, a Ostia metterebbe ogni cosa a posto, o la sortita di Sgarbi (“Claretta Petacci, l’amante di Mussolini è stata vittima di un femminicidio partigiano”) e la farneticazione di Berlusconi, che prima di ritrattare ha proposto un generale alla guida del Paese (soluzione in voga nelle dittature centro e sudamericane)?

Sintomo di cosa ci aspetta sono i commenti dei partiti di destra, in parte imbarazzati, in parte propensi a considerare folclore goliardico le oramai frequenti incursioni squadriste di scalmanati neofascisti. L’Italia sottovaluta le considerazioni che banalizzano il rigurgito di nostalgici del ventennio. Lo stesso Berlusconi disse che il Duce fece bene, tranne le leggi razziali. Al Msi, che ha partorito Fratellli d’Italia, Storace e Alemanno, fu concesso il saluto romano che viene esibito in ogni dove dai neofascisti di Casa Pound e Forza Nuova. La Meloni (sulla questione Ostia, in lode di Casapound: “Siamo diversi ma con loro abbiamo un rapporto sereno”) evita accuratamente di condannare gli episodi tipici dello squadrismo che esonda dai confini in cui lo ha ricacciato la Costituzione e si presenta con la spavalderia violenta dei manganellatori d’un tempo in minacciosi giubbotti neri, teste rasate, insulti alla democrazia. Dice Alemanno che questi soggetti fanno il gioco del Pd e Storace gli fa eco: “Al popolo italiano non gliene frega niente degli skinheads”.

Che brutta storia. A chi addebitare l’idea balsana della cronotappa di Gerusalemme, al via del prossimo giro d’Italia. Appunto, del Giro d’Italia. Gerusalemme e Israele c’entrano come cavoli a merenda, ma neppure si contentano di esultare per lo spot gratuito di politica internazionale. Protestano perché si è specificato che la prima tappa del Giro avverrà in Gerusalemme Ovest. “Non se ne farà niente”, ha urlato il governo di Tel Aviv, “se non cancellerete la parola ovest. Gerusalemme è tutta nostra e c’è chi potrebbe osare di non ritenere nostra anche Gerusalemme Est. Sospettiamo che siano intervenute ingerenze filo palestinesi. Azzeratele o niente Giro in Israele.” Capito perché non c’è pace da quelle parti?

Luciano Scateni