SCATENI/Back stage del Gentiloni day


Articolo pubblicato il: 13/12/2016 11:25:46

Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della  Crusca, cioè dell’assise della lingua italiana, invita a non fare drammi se fior di connazionali, inclusi i politici e anche molti giornalisti coniugano in modo disastroso il congiuntivo e il condizionale ma non si esprime, perché non interpellato,  sulle volgarità  che infiorano il politichese di cosiddetti “onorevoli”, usurpatori di questo titolo per infimo livello culturale e perché ne usufruiscono nonostante sia stato abolito addirittura dal  ventennio fascista. Chissà come il professore commenterebbe un paio di perle spese a caldo sull’insediamento del governo Gentiloni. Eccole: è di Giorgia Meloni, capintesta dei neofascisti di Fratelli d’Italia, l’esternazione “…in pratica sputano in faccia agli italiani”, riferita ai nuovi-vecchi ministri. Su sponda 5 Stelle ecco poi il pronunciamento  raffinato della  senatrice Paola Taverna, non nuova a exploit caciareschi  “Si prevede l’innalzamento del livello di sicurezza dei fiumi per inondazione di vomito da chi con un No pensava di esserseli levati dalle palle”. A proposito di governo Gentiloni la nota ironica di Corrado Augias sul trasferimento di Alfano dal dicastero degli Interni agli esteri. Si chiede Augias la compatibilità del capo di Ncd con l’insediamento alla Farnesina, considerato che non conosce bene neppure l’italiano e per niente le altre lingue. Tornando ai pentastellati si registra la larga vittoria ai punti di Lucia Annunziata sull’ospite di turno nella mezz’ora di intervista su Rai3. La “puntuta” conduttrice ha messo alle corde Luigi Di Maio, che il Movimento si ostina a indicare come possibile premier di un governo grillino. Gli ha rinfacciato la seguente lamentela: “Io non reggo mezz’ora di frasi fatte”. A conferma dell’inedito asse Grillo-Salvini-Meloni, sorprendente solo per chi si è fatto abbagliare dal populismo pentastellato, è di attualità il proclama comune di trasferire in piazza il no al nuovo governo e di ricorrere anche a contestazioni barricadere. Insomma pappa e ciccia, c…o e camicia (nera). Le opposizioni  avevano preparato la crocefissione di Gentiloni supponendo che il ricatto di Verdini andasse a segno del tipo “sosteniamo il nuovo governo solo se nell’esecutivo entra uno dei nostri”. Così non è stato. L’esoso ex braccio destro di Berlusconi ha desistito  dall’ambizione di essere ago della bilancia del Parlamento.  Che dire di questa conclusione della crisi aperta dal no al referendum sulle riforme della Costituzione? Sicuramente che a generarla è stato l’asse segreto (fino a un  certo punto) Renzi-Mattarella. Forse la moglie, e i figli ancora in età di sviluppo, sono gli unici a credere all’ex premier che dice di avere chiuso con il percorso politico per tornare alla serena condizione di cittadino qualunque. Basta avere pazienza

Luciano Scateni