SCATENI/ Cagliari, grillini sgraditi


Articolo pubblicato il: 21/01/2019 16:51:57

 

Per un paio di grullini rampanti il voto dei sardi non va oltre la mediocrità e conferma la loro posizione di maglia nera nella classifica di un istituto specializzato nell’analisi del consenso ai politici, che ha dato i voti ai componenti dell’esecutivo gialloverde. I 5Stelle alle politiche del marzo 2018, in Sardegna hanno messo a segno un exploit da 40 percento e nell’intento di bissarlo hanno nominato inviati speciali Di Maio e Toninelli. Sono loro i due ministri in fondo alla classifica dei governanti, dunque errore fatale sottovalutare gli umori dell’opinione pubblica. Il primo test nazionale successivo al voto delle ultime politiche ha visto la vittoria del centrosinistra, che in Sardegna alle elezioni suppletive strappa ai 5Stelle il seggio di Cagliari. L’esito del voto era tutt’altro che scontato, decisiva, in negativo, l’irruzione della coppia grullina. E’ la Fine della nuova odissea di 100 migranti, venti donne, dodici bambini, che hanno rischiato di aggiungere altre morti a quelle di 35 mila profughi, che dal 2005 hanno pagato con la vita la fuga da guerre e miseria? Purtroppo no. Gli appelli dei naufraghi ridotti a gravi livelli di ipotermia nelle acque del Mediterraneo sono stati accolti dalla Libia, che ha inviato un cargo per strapparli alla morte e li ha riportati in Libia di dove era partito il barcone. Il loro sos: “Stiamo congelando, la situazione è disperata, aiutateci. Abbiamo paura di morire”. Tripoli ha ceduto alla pressione di Conte, imposta dalla logica dei respingimenti di Salvini, che conferma la decisione disumana di impedire l’approdo nei porti italiani. Purtroppo è senza esiti concreti la disobbedienza di alcuni sindaci, pronti ad accogliere i migranti ed improprio il divieto del ministro dell’Interno. Non spetta a lui la decisione di impedire gli sbarchi nei porti italiani, ma al ministero delle infrastrutture e Toninelli non ha mai emesso il provvedimento. L’accusa del vice premier leghista alle Ong (“sono in combutta con gli scafisti”) è campata in aria. La Sea Watch ha ripreso la missione dei soccorsi da pochi giorni e tutte le altre sono ferme per questioni giudiziarie, come l’Aquarius, sequestrata a Catania. Contemporaneamente continuano gli sbarchi, per esempio a Lampedusa (oltre 3.500 nel 20118, 80 in questo scorcio di 2019). Futuro buio, pieno di incognite, per i cento profughi salvati dal mercantile della Sierra Leone “Lady Sharm”, che hanno dato fondo alle loro misere risorse per attraversare il mare, inadatto in questi giorni alla navigazione di gommoni e vecchie barche. La cronaca racconta le violenze inflitte in Libia ai migranti e il dramma sfiora la tragedia dei gravi disagi vissuti da donne, spesso incinte, bambini e perfino da neonati. La grande, irrisolta questione, è uno dei terreni di scontro Lega-5Stelle, che vede prevalere il cinismo di Salvini e soccombere la linea dell’accoglienza di big del Movimento 5Stelle, di larga parte della sua base. Altri 47 migranti li ha salvati la Sea Watch, la nave che per tanti giorni ha vagato nel mare infuriato prima di poter attraccare nel porto di Malta con 117 migranti. Quale destino aspetti i 47 naufraghi non è dato sapere. Nessuno contatta la nave, che non sa dove dirigersi, ma vista l’illegittimità del decreto Salvini, perché non sbarcare in un porto italiano, magari in uno di quelli delle città che hanno dichiarato disponibilità all’accoglienza? L’Europa? Sta a guardare, incapace di governare il fenomeno migrazione, di assumere la responsabilità dell’accoglienza condivisa, ma soprattutto di invertire la politica di rapina dei Paesi occidentali in danno dell’Africa e rendere autosufficienti i luoghi dell’emigrazione di massa, padroni delle loro ricchezze.

Luciano Scateni