SCATENI/Ego te assolvo. Il fatto? C'è, non il reato


Articolo pubblicato il: 11/11/2018 20:35:38

La sindaca? “Non sapeva di compierlo”

Eh, una volta sì che si studiava come si deve. A conferma, dirò di avere accolto cum summo gaudio l’assoluzione dell’avvocatessa Virginia Raggi. Sulla poveretta pesava l’infame accusa di falso e vari allegati. Bene ha fatto il grullo comico genovese a stringerla al petto a gratificarla con un perentorio “finalmente basta alla campagna d’odio”. La conferma nel ruolo di tale Giovanna d’Arco delle istituzioni garantisce a chi fa libera informazione altri anni di cronaca grigio-nera sul governo della capitale d’Italia.

Bella l’euforia del popolo pentastellato e soprattutto utilissima a mettere la sordina alle ultime trasgressione del Movimento ai sani di principi di onestà, trasparenza e insomma dell’etica istituzionale, cavallo di battaglia del grullismo. La buona nuova dell’assoluzione è ideale per coprire gli ultimi casi di omologazione dei nuovi governanti con l’andazzo generale del Paese dei furbi e dei “me ne frego” per il rispetto di norme e leggi. Al centro del disinganno gli episodi in quel di Pomigliano, dove i Di Maio hanno commesso abusi con richiesta di sanatoria, vizio di famiglia considerata l’inclusione nel decreto Genova del condono che sana gli abusi di Ischia, collegio elettorale del vice premier grullino. Identica la furbata (abusi edilizia e sanatoria) di una consigliera 5Stelle pomiglianese, fedelissima del vice premier. Sorprendente è la distrazione della signora Bottici, questore di Palazzo Madama, in quota grullismo. In missione nello Sri Lanka ha viaggiato in business class con due collaboratori. Tutti e tre hanno dormito in Hotel a 5Stelle, dove altro se no?

Il tribunale assolve la Raggi, come capita a molti politici giudicati benevolmente e la notizia assolve i media filo governativi dal compito di denunciare ritardi, omissioni, lotte intestine e prodromi del disastro economico a cui va incontro la manovra finanziaria gialloverde. E la Roma disamministrata, in stato di protrazione per il degrado, che ne pensa? La sindaca si adeguerà rapidamente al linguaggio salvin-dimaiesco e alle contestazioni risponderà con un sonoro “mene frego”, declamato con l’eterno sorriso sulle labbra che un arguto detto afferma abbondare sulla bocca degli… Che le strade gruviera aspettino tempi migliori, come le periferie abbandonate, il trasporto pubblico disastrato, le montagne di rifiuti non raccolti. Dispositivo della sentenza: il falso ideologico sussiste, ma…ma non è reato. Amen.

Scatenati i cinquestelle. Il comico genovese, abbraccia la Giovanna d’Arco capitolina e commenta “Anni di fango sulla sindaca”. L’ “Incompiuto Di Maio e il “globetrotter” Di Battista ricorrono al loro ricco bestiario di insulti. “I cronisti? Infimi sciacalli” (Di Maio) e “Pennivendoli, puttane” (Di Battista). In sincrono minacciano leggi contro l’editoria. Il commento della Federazione Nazionale della Stampa: Di Maio parla di se stesso, dal momento che è un iscritto all’Ordine dei giornalisti?

Urge rendersi conto del pericolo che si annida nell’irridere la voragine tra proclami elettorali e incapacità di governo dei Cinquestelle. Certo, fa rabbia il supporto del Movimento all’incedere con passo spedito della Lega nella scalata ai consensi degli italiani, ma il legittimo discredito dell’insipienza grullina è quanto il “Ce l’aveva duro” Salvini utilizza per fregare quel che resta della sinistra. Esempio clamoroso è la scelta del Pd di schierarsi con il nord-est, che riempie le piazze pro Tav. Dovesse aver la meglio il sì al Treno ad alta velocità, sarebbe uno smacco bis per i grullini, costretti da poco al volere della Lega sul caso del gasdotto Asia-Puglia. Brutta bestia il salvinismo”, ma sicuro che tutta la sinistra storica la pensa globalmente così?

 
 
 
Luciano Scateni.