SCATENI. Gaber: “Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono”


Articolo pubblicato il: 16/12/2016 12:05:18

Ma che sciocchezza, a Natale tutti buoni? E dove, in paradiso per chi ci crede? A pochi giorni dalla festività regina dell’anno ecco una giornata molto particolare che agevola il compito di quanti quotidianamente selezionano l’accaduto per commentarlo. Oggi 16 Dicembre c’è materia a iosa per demerito di quattro protagonisti dell’Italia balorda, malata di patologie croniche, quasi endemiche, quali sono la corruzione, la truffa, l’omicidio seriale dell’etica: Raffaele Marra, Beppe Sala, Alessandra Moretti e  Valeria Fedeli, rispettivamente braccio destro di Virginia Raggi, sindaca di Roma che non si capisce cosa aspetti a dimettersi, Beppe Sala, sindaco di Milano, Alessandra Moretti consigliera regionale del Veneto e Valeria Fedeli, neo ministra dell’istruzione. Nell’ordine, la sequenza di eventi che indurrebbero gli onesti a dimettersi da italiani se non prevalessero gli ultimi empiti di ottimismo sul futuro del Paese. In fine di indagini, sospetti e accuse motivate se ne va in carcere Raffaele Marra, con l’imputazione di corruzione nel quadro di un’indagine per l’operazione immobiliare della compravendita di case Enasarco del 2013. A quel tempo Marra era capo dipartimento della giunta guidata da Alemanno. In manette anche il costruttore Scarpellini con identica accusa e sono in corso perquisizioni dei carabinieri in Campidoglio che indagano su nomine e assunzioni della sindaca. La contiguità di Marra con la Raggi, finora inutilmente contestata da parte del Movimento, fa esplodere le contraddizioni interne ai grillini, non fino al punto di mandare a casa la sindaca che continua a perdere pezzi della giunta, penultimo quello dell’assessora Muraro, indagata per traffico di rifiuti urbani. Orfini, Pd,  chiama in causa la corresponsabilità di Grillo. Se i pentastellati hanno poco da stare allegri il Pd ha le sue gatte da pelare. Beppe Sala, sindaco di Milano, si sospende dall’incarico. Il reato che gli è contestato è di falso nell’inchiesta sulla piastra dei servizi. Sala commenta il provvedimento che lo indaga con  la frase sibillina “pur non avendo la minima idea delle ipotesi investigative”. La procura aveva disposto per l’archiviazione del fascicolo, ma il gip l’ha bocciata e nuove indagini hanno portato all’iscrizione del sindaco nel registro degli indagati.  Altre due tegole sulla testa dei dem: la neo ministra Valeria Fedeli sarebbe una bugiarda recidiva per aver mentito prima sul titolo di laureata, poi, scoperta, su quello di diplomata. Tutte e due inventati. Per non lasciare sole le bugie, la Fedeli si è resa protagonista di un episodio poco istituzionale.  In chiesa, per non rispettare la fila di persone in attesa di confessarsi l’ha scavalcata provocando la reazione generale. Chissà che non abbia fatto ricorso alla indecorosa frase “Non sapete chi sono io”. In tema di bugie non è da meno la consigliera regionale Pd del Veneto Alessandra Moretti che ha giustificato l’assenza alla discussione in aula sulla legge di stabilità con il classico della malattia invalidante. In realtà era in India, come testimonia la fotografia che la ritrae al matrimonio sfarzoso della figlia di Jorge Sharma, imprenditore del settore orafo e suo amico. Deboli le giustificazioni. “Ero malata, ma sono partita ugualmente per non mancare all’impegno di esserci”. Cos’altro si aggiungerà a questi nobili esempi di tracotanza di chi dovrebbe onorare il mandato ricevuto dagli elettori?

Luciano Scateni