SCATENI. Gli euro furbetti


Articolo pubblicato il: 07/03/2017 15:01:37

Se sia più furbetto il lavoratore di enti pubblici che se ne va a spasso in orario di lavoro con la complicità del collega, marcatore turnista di cartellini,  o il parlamentare che non disdegna l’aggettivo onorevole e ruba soldi allo Stato, insomma agli italiani onesti, o, come ha scoperto l’Europa, alla comunità rappresentata a Strasburgo. E’ diffuso e reiterato, nonostante gli interventi repressivi della magistratura il “miracolo” della moltiplicazione di deputati, senatori, presidenti di regione, sindaci, assessori e semplici consiglieri che truffano le rispettive istituzioni gonfiando illegalmente gli importi di rimborsi di spese d’ufficio. Mancava all’appello il malcostume degli euro  parlamentari, ma è bastato pazientare per scoprire i furbetti che mandiamo a rappresentarci. Per il nuovo scandalo sono in prima fila i nemici dell’Europa, i cosiddetti euroscettici, verso i quali, con la scoperta delle loro magagne, si delinea un motivo in più per capire di che panni vestono. Caso per caso: la  scissionista, xenofoba e dispotica Marine Le Pen, furbetta di spicco, ha remunerato la propria guardia del corpo e il suo capo di gabinetto addebitando l’onere di contratti per figure di assistenti alla Ue, ma anche un suo potente seguace, al secolo Louis Allot e il padre Jean Marie, altri sei eurodeputati. Il Front National dovrà restituire oltre un milione di euro. In stato di accusa l’Ukip di Farage, che il “comico” pentastellato  ha pregato di ri-allearsi con 5stelle dopo il rifiuto dei liberali europei. Lo scissionista della destra francese ha pagato con fondi comunitari il personale impegnato in patria per la campagna del Franxit. C’è di mezzo anche la moglie di Farage, retribuita come collaboratrice del marito e contemporaneamente come assistente del deputato Finch. C’è qualcosa di più sorprendente? C’è. Rifulge l’imbroglio dei polacchi, rappresentanti destrorsi di Diritto e Giustizia. Ha  dell’incredibile ma è vero: con i contributi di Bruxelles hanno pagato una badante al servizio della madre di due di loro, i “geniali” fratelli Kaczynski.  In tema di parentopoli è da citare la furbizia della parlamentare di Forza  Italia Comi che per amore filiale ha fatto assumere la madre per assisterla. Costo dell’imbroglio centoventiseimila euro. Da restituire. Divertenti, non fossero testimonianze di malcostume senza confini politici i casi di due grilline. Daniela Aiuto si è fatta rimborsare la fatica di numerose ricerche sul turismo. Peccato siano state spacciati per suoi gli studi presi con il famigerato copia-incolla dal sito onnisciente di Wikipedia. Laura Agea, per non lasciare sola la collega è sospettata di aver retribuito come assistente un imprenditore,  attivo sostenitore grillino, impegnato in tutt’altre faccende.  Poteva esserne fuori la Lega? Ovviamente no. L’assistente del simpaticone Borghezio, pagato dalla Ue, svolgeva regolarmente il compito di consigliere comunale a Milano. Doppio incarico vietato da Bruxelles.  Gli euro deputati onesti auspicano che Antonio Tajani, eletto dal centrodestra a successore di Martin Schulz, non metta la sordina all’opera di pulizia etica intrapresa dal presidente tedesco.    

Luciano Scateni