SCATENI. Insigne, Zielinski, Mertens: tre a zero allo Shakthar


Articolo pubblicato il: 22/11/2017 10:14:36

Si conclude con sconcerto il test sull’intelligenza critica di chi segue il Napoli con passione moderata da senso critico, cioè non esasperatamente campanilista. Al tirar delle somme ti senti come nel bel mezzo di un labirinto senza trovare la via d’uscita. Qual è Il Napoli del tre a zero allo Shakthar? Al fischio dei 45 minuti ti interroghi perplesso: ma allora è vero che Sarri e i suoi prodi hanno tacitamente scelto di mollare la Champions al suo destino?

Gli ucraini giganteggiano, primi in tutto: velocità, ricami a tutto campo, giro palla alla Guardiola, anticipi sistematici, ripartenze fulminee, schemi eseguiti a memoria, forza fisica, qualità tecnica eccellente. Il Napoli cade nella rete disegnata dal portoghese Fonseca e sembra i più che credere nell’impresa di rimontare l’uno a dell’andata è pura utopia. La dea che protegge gli azzurri, in sinergia con San Gennaro risparmia il danno di un gol, che aggiunto al passivo patito in Ucraina, avrebbe sancito la fine dell’ambizione di Insigne e compagni di assaporare il bello della Champions post preliminari. E’ anomalo l’andamento lento degli azzurri, sono deleteri gli effetti collaterali di un centro campo impacciato (pari demerito per Hamsik, Diawara, Zielinski), e l’abilità della linea difensiva ucraina mette ripetutamente in fuori gioco Mertens e Callejon (lo spagnolo ha urgenza di rigenerarsi). Di rilievo una magia di Insigne che non diventa gol per la parata prodigiosa di Pyatov e la risposta di Reina che neutralizza una micidiale fiondata di Marlos. Che second time aspettarsi? Un Napoli svogliato, poco propenso a investire energie nel dubbio che vincere potrebbe non bastare per lasciarsi alle spalle i preliminari di Champions. Questo pronostico prolungherebbe l’ansia da labirinto, ma i fatti dicono altro. Lo Shakthar paga probabilmente gli eccessi di dinamismo della prima frazione di gioco, Sarri forse lo ha intuito e chiede alla squadra di cambiare l’inerzia della partita. Spingono a mille gli azzurri, mettono in campo la rabbia agonistica che li ha spinti in vetta alla classifica di serie A, intimidiscono i giocatori chiave dello Shakthar, cioè il manipolo funambolico dei suoi brasiliani. Fonseca e i suoi non hanno contromisure per fermare lo strepitoso talento di Insigne e Lorenzino li punisce con una delle ottave meraviglie del mondo. Servito a sinistra, driblando e scansando avversari palla al piede, converge al centro e guadagna lo spazio sufficiente per armare il destro. Vola il pallone, veloce, preciso, con il giusto effetto e finisce per gonfiare la rete difesa da Pyatov. Uno a zero. Basterebbe, ma non a questo Napoli. L’incredibile è dietro l’angolo. Mister Sarri s’interroga sull’utilità del successo, anche se minimo e la riflessione si materializza con scelte di prudenza. Allan per Insigne (ovazione per Lorenzino), Rog per Hamsik, Mario Rui per Zielinski. Allora melina, calcioni per tenere il pallone lontamo da Reina, disfattismo, catenaccio? Niente del genere. Come il pugile che ha demolito le difese dell’avversario e sferra il ko decisivo, il Napoli stende al tappeto quel che resta in energia dello Shakthar. Zielinski manda alle stelle da pochi passi un pallone da mettere in rete a occhi chiusi, ma prima di tornare in panchina riscatta alla grande l’errore. Il mago degli assist, al secolo Mertens, porta lo scompiglio nell’area degli ucraini. Palla al centro dell’area di rigore, invitante. Irrompe il polacco, due a zero. Dicono gli psicologi che più mangi, più hai fame, più mangi. Funziona anche per il Napoli che al minuto trentatré guadagna un calcio d’angolo. Si sbraccia Albiol al di là del groviglio attaccanti-difensori e Callejon risponde con un lancio lungo che supera tutti. Non Albiol, che sale alto a colpire di testa. Il pallone scavalca tutti e approda sulla testa di Mertens, appostato sul palo opposto. Mettere il pallone alle spalle dell’incolpevole Pyatov è fin troppo facile. 3 a 0. Alla fine del primo tempo nessuno avrebbe puntato un cent sul 3 a 0 per gli azzurri. La definizione appropriata per Insigne? Sontuoso e che il patrono dei grandi talenti continui ad assisterlo. In questa fase di stanca degli uomini chiave del Napoli capolista della serie A, Lorenzino è mezza squadra. Segna, inventa assist, è prezioso nel ripiegare a difesa di incursioni degli avversari sulla sua fascia. E’ uomo squadra ed è unico napoletano nella legione straniera di dieci compagni di gioco di mezzo mondo. Domenica campionato e opportunità per il Napoli di consolidare il primo posto in classifica. Avversaria abbordabile è l’Udinese.

Luciano Scateni