SCATENI/Migranti? Salvano le nostre pensioni


Articolo pubblicato il: 05/07/2017 18:08:35

Quali vantaggi all’unione, anzi all’Unione con la U maiuscola, giustificano l’annessione di Paesi dell’est divorziati dalla madre URSS? In teoria e non solo, il contributo è meramente numerico secondo il principio, per nulla  scontato che l’“unione fa la forza”. Vediamo: Bruxelles eroga finanziamenti a Ungheria, Polonia, Bulgaria, Romania, Estonia, Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Croazia ed è ricambiata con regimi di concorrenza insostenibile per costi di manopera con cui è impossibile competere e inducono molte realtà produttive italiane a trasferirsi in quei luoghi, con crescente perdita di posti di lavoro nel nostro Paese.  Non è il peggio. Il triplo salto mortale, che li ha traghettati dal mondo comunista al liberismo di destra, si manifesta drammaticamente con il rifiuto di partecipare all’accoglienza dei migranti. I venti dell’emulazione xenofobica sembrano contagiare altre componenti della Comunità e per esempio la Spagna e Malta che blindano i loro porti e respingono i profughi, la Francia e in fieri anche l’Italia, costretta a sopportare flussi abnormi di migranti. Anche in chi governa il Paese si fa strada l’intenzione di sottrarsi all’immane e solitario compito dell’accoglienza. Fa proseliti l’antieuropeismo militante della destra. E l’Europa? Nicchia, loda il nostro “eroismo” nel sopportare il ruolo esclusivo di porta aperta ai flussi migratori, promette di redistribuirli equamente, non agisce di conseguenza. Su questa “inerzia” politica e istituzionale, monta il populismo nazionalista di Salvini l’ammiccamento dei 5Stelle, l’insofferenza di pezzi del centrosinistra, difficili da contenere. La svolta negativa è sorda anche al monito di Tito Boeri, presidente dell’Inps, l’ente pensionistico italiano alle prese con l’incognita della sua stessa sopravvivenza, messa in forse dalla crescente mole di pensioni non sostenute da adeguato ingresso di contributi di chi lavora. Boeri segnala che se fermassimo l’accoglienza ai migranti da ora al 2040, il risparmio ammonterebbe a circa 35 miliardi non erogati, contro quasi 73 miliardi di entrate contributive non incassate, con un saldo negativo di 38 miliardi di euro. Inoltre le statistiche segnalano che ad arrivare in Italia sono sempre più giovani e giovanissimi e che la loro contribuzione al bilancio dell’Inps cresce costantemente. In vent’anni dal 27 per cento al 35, ovvero 150mila contribuenti in più all’anno. Insomma la salvezza delle nostre pensioni è connessa alla loro presenza e al corollario non trascurabile di migranti che tornano a loro Paese prima di godere dei contributi versati.  Che poi sia lecito fare la voce grossa con Bruxelles è legittimo e urgente e non meno l’emersione del lavoro nero che sottrae ingenti risorse al bilancio dell’Inps. Urgente come la scelta fondamentale di riservare attenzione e risorse agli interventi in Africa per cancellare le ragioni di fughe da miseria, violenze e guerre.   

Luciano Scateni