SCATENI/Napoli corsaro, sesto ok in trasferta, 3 a 2 al Genoa


Articolo pubblicato il: 26/10/2017 10:13:14

Genova e Napoli restituiscono dignità al gioco più popolare nel mondo e in Italia. Succede nei minuti che precedono il via del match che restituisce agli azzurri il primato in classifica. E’ festa al Marassi e la vivono fianco a fianco i tifosi delle due squadre in campo. Rinnovano il bello del gemellaggio tra le due tifoserie. Altro che razzismo, altro che antisemitismo della curva laziale, altro che Lotito, presidente sorpreso in un fuori onda da gogna permanente. Prima della visita auto assolutoria alla sinagoga romana e del tentativo di sminuire l’ignobile iniziativa dei suoi ultras, che hanno vestito Anna Frank con la maglia della Roma, Lotito ha pronunciato in romanesco un incredibile “Famo questa sceneggiata” e tale si è rivelato il comizio arraffazzonato contro l’antisemitismo.

Festa al Ferraris e al via di Mazzoleni segnali di conferma degli azzurri di un calcio non a caso definito dai critici sontuoso. Il 3-5-2 di Ivan Juric, prevedibile precauzione difensiva, riceve un regalo inaspettato regalo quando il cronometro segna il quarto minuto di gioco. Appena sessanta secondi dopo un gran tiro di Insigne che sfiora l’incrocio dei pali, s’invola Taarabt, sfuggito alla coppia centrale Chiriches-Koulibaly e si presenta solo in area di rigore. Gran destro, palo interno, gol. Genoa in vantaggio. Il vulnus non spaventa gli azzurri, l’asse Diawara-Hamsik-Insigne produce gioco e opportunità di pareggiare. Al minuto quattordici, Mertens è sul punto di battuta di una punizione da distanza invitante. Dal destro del belga parte una parabola forte, precisa e finisce in rete, all’incrocio dei pali. Uno a uno, esultano a ragione i napoletani sulle gradinate. Insiste il Napoli, resiste e bene il Genoa, che non si capisce perché si trova sul fondo della classifica.

Si capisce e come perché gli azzurri sono in testa, anche se l’Inter (3 a 2 sulla Samp nell’anticipo) li hanno momentaneamente sorpassati. Il tempo fatidico del ribaltamento del risultato matura con progressione da Napoli firmato Sarri ed è ottimizzata al trentesimo con un doppio capolavoro di due talenti. Il giovane Diawara, grande visione di gioco, inventa un lancio lungo, millimetrico, per l’estro che il mondo del calcio riconosce a Mertens. Il belga aggancia il pallone a pochi metri dalla porta difesa da Perin, in posizione molto decentrata, compie due passi ravvicinati e trova il capolavoro per una doppietta strepitosa. In corsa colpisce con una traiettoria per chiunque altro impossibile e spedisce il pallone a fil di palo nel sette della porta. Un gol da cineteca, 2 a 1 per il Napoli. Tre opportunità del 3 a 1 falliscono per un niente, la più vicina nega il gol a una prima conclusione di Mertens, a una seconda di Hamsik, con Perin fuori causa, a una terza di Zielinski.

Il capitano degli azzurri ci riprova due volte nei primi sei minuti della ripresa, poi tenta di chiudere il risultato Insigne, ma è il “signor gol” Mertens a propiziare il 3 a 1. S’invola sulla sinistra e mette in azione il sinistro che forse Perin avrebbe potuto neutralizzare, beffato da una deviazione di Zukanovic. 3 a 1 e partita da archiviare? Il Genoa non ci sta e uno degli assalti alla porta di Reina si conclude con un cross basso e teso su cui si tuffa Izzo, ex della giovanili del Napoli. Reina, incolpevole, è battuto. Tre a due e il Genoa prova a perfezionare una buonissima partita con grande vigore. Juric prova a dare sostanza al potenziale offensivo del Genoa e nel finale manda in campo Lapadula, poi Pandev. Per il Napoli il cronometro sembra rallentare la corsa. Le contromisure di Sarri: Rog per Callejon, Allan per Hamsik e in extremis Giaccherini per Insigne, che non gradisce. Il pari è negato a Lapadula, che in acrobazia devia un lungo lancio e guarda con le mani nei capelli il pallone, mentre sorvola di un niente la traversa. Con qualche accenno di melina, gli azzurri sventano altri pericoli e arrivano finalmente al 48°, ai tre fischi di Mazzoleni che riproiettano gli azzurri in vetta alla classifica.

Luciano Scateni