SCATENI/Novità 5Stelle, le assessoriali/Va de retro, straniero


Articolo pubblicato il: 29/09/2016 12:53:16

Novità 5Stelle, le assessoriali

Messina, la Repubblica di oggi 29 settembre: riflette sullo stato di collasso psicofisico della sindaca Raggi e paventa nel suo futuro le assessorarie da aggiungere a primarie, quirinarie e comunarie. Nel suo arguto “bonsai” quotidiano immagina che l’allegra Virginia abbia aggiunto al carico di governo di Roma il ruolo di casting woman, di selezionatrice alla ricerca del protagonista, dico io, del film “assessore al bilancio”. La Raggi ha scelto e male finora: Minenna, dimissionario in polemica con lei, De Dominicis ritenuto impresentabile, Tutino, inviso a parte del direttorio 5Stelle che ha detto arrivederci senza il rituale grazie.  I colloqui per coprire finalmente la casella della giunta in un ganglio determinante sembra si svolgano con la classica convocazione, una variante del terzo grado: “Chi sei, cosa hai fatto, che pensi del Movimento” e così via indagando” prima del finale “ti faremo sapere”, riservato dai selezionatori aziendali ai giovani che provano a entrare nel mondo del lavoro. Colta da crisi depressiva, la sindaca si è cucito addosso l’interim dell’assessorato vacante e un attimo dopo ha ricevuto sulla testa in perenne sorriso a tutta bicca la tegola dell’addio senza rimpianti del ragioniere generale Stefano Fermante che ha motivato la fuga in una relazione corposa. In sostanza dice dell’impossibilità a svolgere il ruolo per lo stato confusionale della giunta, denuncia l’assenza di indirizzi politici e la frustrazione per ripetute e inevase richieste  di incontrare la sindaca. Conseguenza non marginale del caos Raggi e delle dimissioni a catena, anche la paralisi degli assessorati rimasti in carica e delle municipalità che non hanno  un euro per svolgere le proprie funzioni. Tempi cupi sul cielo di Roma.

Va de retro, straniero

Lasciavano casa, affetti, tradizioni, il privilegio del clima temperato del sud e, messe in valigia le poche cose possedute, affrontavano l’incognita dell’ingresso in un mondo “altro”. La priorità, nell’impatto con il nord, era il pellegrinaggio di casa in casa per trovare un alloggio. Impresa ardua. Gli annunci “fittasi” contenevano la postilla razzista “No ai meridionali”. Il calvario era l’indecente biglietto da visita di una parte del Paese che di quegli emigranti aveva necessità per far girare le catene di montaggio delle industrie. Non è cambiato molto, nonostante  la consapevolezza del Nord del contributo prezioso offerto dai meridionali al suo sviluppo industriale. Ora, a far le spese del razzismo leghista e non, sono i migranti che in fuga da Paesi in guerra o governati da tiranni, ma anche giovani stranieri che studiano in Italia. Lo denuncia una studentessa dell’Africa che s’ affaccia sul Mediterraneo. Gli appartamenti liberi sono offerti con inviti accattivanti a studenti italiani e negati a chi è cittadino del mondo se il suo mondo è specialmente l’Africa. Succede nel profondo Nord, ma anche in regioni storicamente progressiste, come l’Emilia. Chaima Fatihi, studentessa italiana di origine marocchina, ha dimostrato caparbiamente i comportamenti discriminanti dei proprietari di alloggi in affitto, con una sessantina di telefonate. Accertata la sua identità di italo marocchina l’esito delle richieste è stato sempre identico “No, mi spiace, ho già fittato”, oppure “Ci sono altre studentesse interessate a cui ho promesso di fittare la casa”. Il caso degli studenti non è purtroppo isolato. Stesso trattamento è riservato a famiglie e lavoratori stranieri. Il sentimento che globalmente prevale su ogni altro? L’egoismo condito con intolleranza, subcultura e protervia dei privilegiati.

Luciano Scateni