Scateni. Ubi minor, maior cessa. Atalanta 1, Napoli 0


Articolo pubblicato il: 02/10/2016 21:12:25

E’ imbarazzante il paradosso che il risultato di Bergamo propone in sede di analisi delle misure studiate dai due strateghi che ispirano il gioco di Atalanta e Napoli. Il giudizio finale è il seguente: vicina alla perfezione l’organizzazione di Gasperini, infruttuose e si direbbero improvvisate le contromosse di Sarri. Finisce con gli  orobici in festa per l’uno a zero inflitto alla blasonata rivale e il Napoli che recrimina per non essere venuto a capo di una partita sicuramente difficile, ma con livelli tecnici in campo impari, a favore degli azzurri. Non ci voleva la zingara, anche questo è vero, per indovinare che, con una pressione assidua e un rigoroso marcamento a uomo, il Napoli avrebbe smarrito il filo del discorso  vincente in circostanze diverse. Come è noto, l’asso pigliatutto di Hamsik e compagni è il prolungato possesso palla che consente loro di sovrastare gli avversari a centro campo. La prolungata  “melina”, è un lento, inesorabile trampolino di lancio per fulminei affondo che “bucano” la difesa avversaria. C’è poco altro nella filosofia di gioco di Sarri: due funamboli  che filano come treni sulle fasce laterali, l’illuminata regia di Hamsik e le performance estemporanee dei centrali Milik-Gabbiadini, il genio certificato di Mertens, Callejon, Insigne. Oggi, nello stadio Azzurri d’Italia di Bergamo erano in vacanza? Gasperini con astuzia  ha infoltito la linea di demarcazione difensiva e si è giovato dell’estro creativo di Gomex, per Hysaj quasi imprendibile. Si devono al piccolo, sgusciante attaccante bergamasco, al suo piede buono, a tecnica e velocità nel dribling, i momenti di gioco più incisivi dell’Atalanta. Un gol contro zero (al 9°del first time), è in gran parte l’esito della incolpevole  deviazione di Ghoulam, del regalo a Petagna di un pallone che anche un bambino avrebbe messo alle spalle di Reina. Il  verdetto di  parziale assoluzione (rimpallo fotuito), entra di  prepotenza nel racconto del primo tempo che ascrive a merito, seppure infruttuoso degli azzurri, metà dei quarantacinque minuti. L’altra  metà spetta al gioco ordinato, produttivo, dei bergamaschi. In vista della ripresa, Sarri spera che il pressing operato dagli atalantini li abbia sfiancati. Una parziale conferma viene proprio dal rinchiudersi prematuramente dei bergamaschi ma è sintomo di stanchezza o tattica di contenimento della reazione napoletana?  Importa poco l’analisi di questo dettaglio. Conta che il Napoli non ha saputo scardinare il dispositivo di Gasperini e nell’arco dei novanta minuti non ha mai rischiato di vincere o quantomeno di pareggiare. Cos’altro? Che la supposta, anzi riconosciuta imprevedibilità del calcio è un vento che  soffia nelle vele spiegate dell’Atalanta, che la schiacciasassi Juventus ha preso le distanze del Napoli con la vittoria di Empoli e che, esattamente come un  anno fa,  il Napoli di Sarri soffre le squadre cosiddette minori. Infine che il tecnico toscano non ha ancora trovato l’antidoto per questo handicap. Ma anche una domanda per l’allenatore degli azzurri: il folletto Gomez ha fatto impazzire Hysaj, a mal partito contro questo virtuoso del dribling in velocità: e allora, sostituire l’albanese con il mastino Maggio, perché no?
Luciano Scateni