SCATENI/Vescovi, la sordità di chi non vuol sentire/Veltroni, vittima dell’epidemia che colpisce i calciofili/Dal cappello a cilindro di Marine Le Pen spunta il Frexit


Articolo pubblicato il: 06/02/2017 16:01:49

Vescovi, la sordità di chi non vuol sentire

Vatti a fidare. Napoli ha manifestato gradimento per le iniziative benefiche del suo vescovo e consensi, dimenticando pecche precedenti la nomina a massima autorità ecclesiastica della città. Oggi, lo denuncia con un paginone la Repubblica, una vittima di abusi sessuali censura il silenzio del cardinale Sepe, che avrebbe coperto un prete pedofilo. La vittima ha dato seguito alle indicazioni della legge canonica voluta da Papa Francesco, che rimuove dall’alto incarico i vescovi se si macchiano del reato di omissione e tacciono sui casi di sacerdoti colpevoli di abusi sui minori. Per anni la Curia napoletana avrebbe ignorato le denunce dell’uomo, vittima di violenza sessuale subita dall’insegnante di religione quando aveva tredici anni. Inevase le richieste di un colloquio con il cardinale, nessun esito dell’incontro con il vescovo  ausiliare Lemmo, né con il vicario giudiziale della diocesi. A una sua lettera ha risposto Papa Francesco. Promette di occuparsi del caso, ma sulle indagini non ha alcun potere perché appannaggio dei vescovi. Se vi fossero prove dell’abuso denunciato Bergoglio potrebbe ordinare un indagine e concluderla con il proprio giudizio. Un alto prelato, accreditato come esperto di diritto canonico, afferma che a Roma mette a tacere le denunce di abusi sessuali, anche per evitare gli esporsi a onerosi risarcimenti delle vittime. Per Bergoglio la partita per estirpare la mala pianta della pedofilia è tutt’altro che vinta e dovrebbe sollecitarlo a liberalizzare la facoltà di preti e suore di sposarsi, anche per rispetto alla loro fisiologia sessuale che devia, se repressa. Lo insegna autorevolmente la medicina di settore.

Veltroni, vittima dell’epidemia che colpisce i calciofili

Una vita nella politica  e non solo: la segreteria del partito della sinistra storica, ministro, sindaco di Roma, direttore dell’Unità, regista cinematografico, scrittore. Suo l’intelligente e fisiologico distacco dalla bagarre parlamentare e dal caos del Pd. E’ la scelta di vita di Walter Veltroni che non ha mai nascosto l’empatia con il mondo del calcio, al punto da indurlo  a scendere in campo, a partecipare alla lotteria per la presidenza della Lega di Serie A. Il toto scommesse valuta legittima l’aspirazione e promette quote modeste per chi  punta sulla scalata vincente dell’ex democratico di sinistra. Gli esperti gli attribuiscono il consenso di tredici club per la successione a Beretta, dunque gli mancherebbe solo un altro voto. Quanti conoscono della lega le profonde divisioni interne, le aspre contrapposizioni, le battaglie per accaparrarsi fette consistenti del tesoretto per i diritti televisivi, le lotte intestine tra grandi club e società minori, si chiedono: “Ma chi glielo fa fare?” E poi, la sua nomina non somiglierebbe a un caso di conflitto di interessi, considerata la sua viscerale passione per la Juventus?  

Dal cappello a cilindro di Marine Le Pen spunta il Frexit

Il sabotaggio  suicida degli Stati Uniti d’Europa sembra marciare a tappe forzate. Venti di secessione spirano un gran parte degli Stati ex Urss, ovviamente in Turchia che nonostante Erdogan non dismette l’ambizione di far parte della Comunità e non meno in Olanda, Austria, Italia, Francia. Nel Paese nostro cugino è in corso il conflitto tra schieramenti antitecici. Cresce il seguito della neofascista Le Pen, avanza la stella nascente della sinistra Emmanuel Macron che ha riempito un palazzetto dello sport al grido di “Europa”. Jean-Luc Melenchon,  leader della sinistra radicale  ha tento  un comizio di “resistenza” a Parigi. Niente di paragonabile alla folla oceanica che ha osannato l’avversaria della destra. La pasionaria del Fln scimmoiotta Trump con il suo “On est chez nous”, ovvero padroni a casa nostra, in parallelo con il “First America” del tycoon:  Frexit uguale Brexit, fuori dall’Europa, dall’euro e perché no, dall’alleanza atlantica, ovvero autarchia nazionalista. Finalità condivise da  gente come Salvini (un nuovo Mussolini, perché no?) Meloni, che non disdegna la promiscuità con gli estremisti di Casa Pound, Alemanno e Storace. Il caotico insieme delle sinistre, ne ha consapevolezza, come dire operativa?

Luciano Scateni