Sirene: recensione del romanzo LGBT di Simona Lazzaro






Articolo pubblicato il: 31/12/2019 12:29:50

Sirene è un romanzo LGBT scritto da Simona Lazzaro –  autrice napoletana che ha all’attivo anche il libro Euterpe - e pubblicato dalla casa editrice casertana Officina Milena. Il libro è ambientato in Italia e segue parallelamente le vicende di due donne molto diverse tra loro: Eva, un brillante avvocato che usa la sua avvenenza per fare carriera, seducendo le gerarchie del suo ufficio, e Susanna, una timida studentessa universitaria di matematica che non riesce a fare amicizia con nessuno e che vive isolata da tutti. Apparentemente dissimili, le due protagoniste di Sirene sono accomunate da un forte senso di solitudine scaturito da relazioni sentimentali sbagliate: Eva è stata ingannata dalla donna che amava e ha sigillato il suo cuore per non soffrire più e Susanna ha vissuto un’esperienza traumatica con una persona di cui credeva di potersi fidare, un ragazzo seducente che si è rivelato pericoloso. L’incontro casuale tra Eva e Susanna al tavolo di un bar sarà fatale: le due donne si innamoreranno e, poco tempo dopo, andranno a vivere insieme. La loro storia d’amore è intensa e folgorante, ma avrà l’unica funzione di farle uscire dal periodo più buio delle loro vite e permettere a loro di amare di nuovo.

Lungi dall’essere un semplice romanzo su una storia d’amore tra due persone dello stesso sesso, Sirene è una storia di sentimenti e di condizioni umane in cui vivono due protagoniste femminili che, a un certo punto della narrazione, si incontrano e si guariscono reciprocamente. Sono Eva e Susanna, che si portano dietro un pesante bagaglio di sofferenze che rende cupa e insensata la loro vita presente. Queste sofferenze sono narrate attraverso un insieme di flashback che hanno un ruolo preponderante all’interno del romanzo, definendo l’identità attuale delle protagoniste e stabilendo il punto di partenza della loro storia tragica. Diversamente da buona parte della narrativa LGBT, Sirene non racconta la scoperta di un orientamento sessuale né accetta le etichette più comuni che si affibbiano alla sessualità – tra queste, la dicotomia omosessualità e eterosessualità che rifiuta la fluidità dell’orientamento – ma si limita a essere la storia di un amore inconsueto, incompreso, che, una volta finito, diventa lo slancio per una vita nuova. Il titolo, Sirene, non allude a mondi fantastici – il romanzo rientra nel genere rosa, seppur con sfumature molto drammatiche – ma è l’appellativo che l’autrice dà alle donne che si amano, una parola che denota incanto e bellezza, una parola lontana dai termini dispregiativi che si addensano sul mondo LGBT.

Grazia Caputo