Come creare e gestire un'associazione sportiva no profit






Articolo pubblicato il: 23/08/2019 15:00:45

In Italia esistono numerose associazioni no profit, ovvero organizzazioni senza scopi di lucro in cui tutti i proventi vengono reinvestiti nelle stesse organizzazioni. Da un censimento Istat presentato nel 2017 risulta che il numero di queste realtà nel nostro paese è in grande crescita (11,6%), con un sensibile aumento dei lavoratori dipendenti (15,8%) e dei volontari (16,2%) legate ad esse.

Esistono diversi tipi di associazione no profit: le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), quelle di volontariato, le ONG (organizzazione non governativa) che il più delle volte compiono attività di sostegno nel mondo missionario spesso cooperando con le istituzioni, le associazioni di promozione sociale e infine le fondazioni di diritto civile e di origine bancaria e le imprese sociali che possono occuparsi di svariati campi (assistenza sociale, sanitaria, istruzione, tutela ambientale e dei beni culturali, ecc).

Una tipologia molto diffusa di associazione no profit in Italia è quella dilettantistica sportiva (ASD), con finalità sportive che non persegue scopo di lucro. L’organizzazione è quindi fondata da un gruppo di persone che si impegnano a perseguire in modo continuativo e stabile lo scopo comune di gestire una o più attività sportive in forma dilettantistica.

L’attività dell'associazione si rivolge quindi ad amatori e atleti dilettanti e i suoi corsi possono essere relativi allo/agli sport di riferimento (calcio, basket, nuoto, ecc) alle attività ad esso/i connesse (preparazione atletica, palestra, ecc).

Per costituire un’associazione sportiva dilettantistica bisogna:

  1. stabilire gli scopi dell'associazione e l'attività sportiva praticata
  2. avere almeno 3 soci fondatori
  3. preparare l’atto costitutivo e lo statuto in duplice copia originale, riportando tutti i requisiti previsti dalla Codice Civile, dalla legge fiscale (TUIR) e dalla legge 89/2002, art. 90
  4. recarsi all'Agenzia delle Entrate per la registrazione dell'associazione e così ottenere un Codice Fiscale, pagare la tassa di registro ed infine presentare i documenti citati al punto 3

Per vedere riconosciuto il suo fine sportivo, l’associazione deve iscriversi alla Federazione Sportiva di riferimento (o in alternativa ad un Ente di Promozione Sportiva) e successivamente al registro tenuto dal CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), il quale ogni anno trasmette all’Agenzia delle Entrate tutti i dati necessari perché l’organizzazione possa godere dei benefici fiscali riservati alle no profit. 

Come tutte le altre associazioni, l’organico di una ASD è costituito fondamentalmente da 3 entità: l’Assemblea dei Soci, il Presidente (che di norma è il rappresentante legale dell’organizzazione) e il Consiglio Direttivo. I membri dell’Assemblea eleggono quest’ultimo Organo perché gestisca il patrimonio dell’associazione, composto da tutti i beni,mobili o immobili, intestati a questa. Tutti i dati relativi alla situazione patrimoniale della ASD devono essere annotata su fogli cassa periodici. Con questi si compila poi il bilancio annuale, che dev’essere approvato dall’Assemblea dei Soci.

Nello statuto di una ASD non possono mancare alcuni aspetti e regole fondamentali, come ad esempio inserire la dizione “dilettantistica” nella denominazione sociale o rispettare il principio di democrazia interna. Gli amministratori hanno il divieto di ricoprire incarichi in altre associazioni sportive relative alla stessa disciplina e i loro incarichi devono essere ricoperti a titolo gratuito. Sempre restando in ambito economico, è obbligatoria la devoluzione del patrimonio a fini sportivi in caso di scioglimento della ASD e ovviamente il divieto di redistribuzione degli utili tra soci e terzi.

Proprio relativamente a questo aspetto dell’associazione possono sorgere dei problemi di gestione, soprattutto se si considera il numero potenzialmente alto di persone coinvolte nell’organizzazione in qualità di istruttori (che possono percepire uno stipendio), dipendenti  ai fini amministrativi e gestionali o semplicemente volontari. Anche questi ultimi possono non percepire un compenso per la loro collaborazione, ma possono pur sempre maneggiare del denaro per conto dell’associazione.

Per tenere sotto controllo i flussi di denaro e poter avere un quadro completo e affidabile della situazione patrimoniale esiste la carta prepagata Soldo per le no profit, che con le sue molteplici funzionalità può certamente essere uno strumento fondamentale per gestire i conti di una ASD. 

E’ possibile richiedere quante più carte (che lavorano su circuito Mastercard®) sono necessarie per amministrare ogni progetto attivo per l’associazione, controllando i singoli budget e limiti di spesa per ognuna di esse. Per chi poi è incaricato di monitorare queste spese è semplicissimo consultare il resoconto relativo ad ogni carta ed eventualmente esportare i dati relativi alle transazioni in altri formati elettronici (Excel, PDF, ecc) perchè vengano inseriti nel software della contabilità.

Grazie alle carte Soldo l’associazione potrà concentrare i suoi sforzi sulla promozione dell’attività sportiva prescelta, risparmiando tempo sulla gestione del budget e avendo controllo immediato sul denaro a disposizione da reinvestire nella propria causa.