SCATENI/Coppe bye, bye, senza colpo ferire


Articolo pubblicato il: 03/01/2018 09:15:35

Che bravo Gasperini, chapeau. Una signora Atalanta, per sua sfortuna e qualche colpa, sostenuta da un tifoseria in larga misura razzista, ha fatto saltare il banco del San Paolo. Non fosse che Hamsk e c. indossavano l’azzurro tradizionale e i bergamaschi il bianco da trasferta, il telecronista avrebbe raccontato la nefasta Coppa Italia di Sarri in confusione, sicuro della vittoria napoletana, dei “bianchi” per due a uno. Il taglio ironico di questa premessa non è gratuito né offensivo, ma è avvalorato dagli attributi scialba, senza nerbo, disordinata, rassegnata, coerenti con la smarrita truppa del Napoli. Scherzi, amari, a parte, un super dubbio assilla il recensore della sfida che proietta l’Atalanta sullo scenario di una semifinale prestigiosa (Juve o Lazio) e confina le pile scariche della squadra in vetta alla classifica della seria A nel limbo delle escluse da competizioni extra campionato. Non merita di più la sconfitta del San Paolo, o meglio-peggio un’eccezione per citare di cifre di gioco inconsuete (ma poi del tutto involontarie?) per grossi calibri di casa Sarri: lentezza, sbadataggine nella circolazione, qualche strafalcione di troppo, lo stato di permanente disoccupazione di Berisha, tra i pali del “nemico”. E’ complottismo insinuare che della Coppa a Sarri importi quanto una partitella scapoli-ammogliati e che ogni stilla di energia, ogni empito di determinazione siano risparmiati per non interferire sull’operazione scudetto? Callejon centravanti…? Un insulto alla ragione.

C’è solo da auspicare che gli azzurri non subiscano il sorpasso in vista del filo di lana di fine campionato. Diventerebbero capi d’accusa la debacle di Coppa Campioni e questa fresca, fresca, inflitta da una pimpante Atalanta. La cronaca? E’ un appendice priva di opportunità di narrazione, incluso il gol dell’uno a due di Mertens, quasi a tempo scaduto. Il resto si nasconde sotto un velo di grigiore che non merita dettagli. Atalanta due, Napoli uno. Amen

Luciano Scateni