SCATENI. Fatti e misfatti di inizio Ottobre


Articolo pubblicato il: 03/10/2016 11:11:43

Incubo questa notte, fronte madida di sudore, tipica accelerazione del battito cardiaco. In fase onirica mi ha impaurito l’immagine di Salvini divenuto premier, il suo editto xenofobo: “Da oggi frontiere chiuse e che i migranti affoghino pure nel Mediterraneo” Questo più o meno il senso dell’esternazione.  Un’Italia così diventerebbe il Paese della terza età, conseguenza del deficit anagrafico di nascite (senza il contributo dei profughi),  entrerebbe in panico per mancanza di forza lavoro (compensata dagli emigranti che accettano quanto gli italiani rifiutano). Desto, le cose non mi sembra che vadano meglio. Il dispotico leader ungherese Orbàn  esce dal referendum contro i migranti con una obiettiva sconfitta. Consultazione non valida per non aver raggiunto il quorum, ma lui a commento dell’esito negativo proclama “Non me ne frega niente, avanti con il filo spinato e migranti fuori dai nostri confini”. Purtroppo Orbàn non è solo in Europa.

Scalfari boccia Zagrebelski

In margine alla sfida televisiva Renzi-Zagrebelski il grande saggio Eugenio Scalfari (“Con il costituzionalista c’è un sentimento di amicizia che non ho con il premier”) boccia il capofila del “no” al referendum sulle riforme costituzionali che ha speso parte del tempo concesso da Mentana ai due contendenti per sostenere la contrapposizione tra oligarchia e democrazia. L’oligarchia, gli ha ricordato Scalfari è l’unica forma di democrazia e forse Zagrebelski non sa bene che cosa significa oligarchia. Sic et simpliciter.  

L’abiura di Pizzarotti

Alla fine di un mini calvario politico, Pizzarotti, sindaco 5stelle di Parma, sceglie la libertà dal giogo del Movimento che non riconosce la sua incolpevolezza nella vicenda delle nomine al Lirico della città. Insomma si oppone con l’autonomia politica all’ostracismo vendicativo e ai due pesi, due misure, considerata a benevolenza nel caso Muraro,  pluri-indagata della giunta Raggi, difesa a oltranza dalla sindaca e dal grillismo del cosiddetto direttorio.

Colomban, ma dove è capitato…

Al neo assessore al bilancio della Raggi, imbarcato nella zattera della giunta capitolina che naviga con pericolose sbandate in cattive acque , si rizzano i capelli in testa (i pochi residui), alle prese con il buco nero del deficit di un miliardo e il rischio della  bancarotta.

Onestà grillina, 50 sfumature di incoerenza

Torniamo per un momento allo slogan grillino “onestà, onestà”. Amministrative di Palermo del 2012, denuncia di un attivista pentastellato  alla Procura del capoluogo siciliano, inviata inutilmente a Di Maio e rivelata dalle Iene. Dice l’attivista 5Stelle Pintagro che nella sede del Movimento due persone hanno ricopiato 2000 firme per la presentazione della lista elettorale. Insomma carte false per  evitare l’esclusione del candidato dalla competizione. Dei due copisti, chiarisce Pintagro, uno è diventato parlamentare con 5Stelle e l’altro potrebbe essere il prossimo candidato a sindaco di Palermo.

Botta e risposta

Mettiamola sul ridere, per non piangere. Renzi sulla Raggi rifugiata sul tetto del campidoglio per non rispondere a domande scomode dei giornalisti: “Sindaca sul tetto? Il guaio è se scende”. La risposta di Di Maio, il “bellillo” del direttorio: “Mafia capitale è il Pd”. Evviva, il dibattito politico si veste di leganza dialettica e savoir faire!

Miliardario auto esentasse

Cielo cupo, orizzonte opaco, allarme mondiale: gli Stati Uniti, senza vergogna, propongono al Paese l’ipotesi di Trump presidente. Tralasciamo gli elementi distintivi di questo guitto omofobo, razzista e sessista; ignoriamo il turpiloquio che condisce le sue arringhe populiste e fermiamoci all’ultima goccia che dovrebbe far traboccare il vaso della sopportazione del suo indigeribile show pre elettorale. L’autorevole “New York Times” ha rivelato la cronica idiosincrasia di Trump per il dovere di contribuente e cioè che ha evaso le tasse per diciotto anni di fila. Che ne pensano i suoi fanatici sostenitori?

Luciano Scate