SCATENI/ Invito alla lettura. Tema: Affari & Finanza


Articolo pubblicato il: 04/06/2018 15:40:51

Non esiste una statistica specifica, niente exit poll e neppure indiscrezioni di editore e redazione dell’inserto “Affari & Finanza”, che ogni lunedì compare in edicola insieme al quotidiano la Repubblica. Dunque non è dato sapere quanti lettori sfoglino e siano interessati alla varietà di argomenti offerti dall’allegato. Supponiamo siano pochi e che l’inserto finisca, intonso, nei cassonetti di “Carta e cartoncino”. Male e sono irragionevoli i lamenti di gran parte degli italiani sull’aspetto criptico dell’informazione finanziaria. Anche volendo prescindere dall’importanza di essere informati su come gira il mondo dell’economia, “Affari & Finanza” si propone come strumento di conoscenza di interessanti aspetti collaterali. Di seguito proponiamo due esemplari testimonianze. Nel numero di oggi, 4 giugno, l’ultima pagina affronta con un titolo a cinque colonne il tema del grande tesoro nascosto nell’evasione fiscale, che lo Stato recupera pere un microscopico sei percento. Accanto, la sesta colonna racconta l’opera del Banco Alimentare che sfama un milione mezzo di poveri e contribuisce alla salute dell’ambiente. La prima inchiesta racconta, che senza furbetti, furbastri e furboni, il fisco dimezzerebbe il debito miliardario dell’Italia (pari all’80% del Pil), palla al piede che impedisce di lasciare alle spalle crisi antiche e recenti. Il paradosso indigesto dice che la pressione fiscale subita dai contribuenti (42,9%), tra le più alte del mondo, è da addebitare alla massa finanziaria che non entra nelle casse dello Stato, responsabile l’evasione. Un’occhiata del giornalismo d’inchiesta agli archivi dice che è di mille miliardi il valore delle tasse non riscosse. Drammatica la previsione del recupero Equitalia di crediti per oltre mille miliardi: se tutto andasse bene metterebbe le mani su appena 51 miliardi. Problema collaterale è la difficoltà di agire sui debitori, al punto che Equitalia è indotta a rinunciare al recupero, sconfitta da ricorsi legali e altri strumenti di opposizione alle ingiunzioni di pagamento. Di qui la soluzione all’italiana proposta dalla Lega e definita pace fiscale. Nei fatti un ennesimo condono. Funzionerebbe? Chi se ne intende suppone che andrebbe a buon fine solo se la “penale” fosse pari a quanto i furbi spendono per non dichiarare i redditi. Il secondo tema in pagina è in via diretta una condanna severa, senza la concessione di attenuanti, per il ben di dio che va in malora e finisce nelle discariche: è un terzo di tutto il cibo non utilizzato, che sfamerebbe, così hanno calcolato gli esperti, un miliardo di persone. In Italia, a combattere lo scandaloso spreco, è il Banco Alimentare. Sfama con la sua organizzazione umanitaria un milione e mezzo di poveri, grazie alla solidarietà di quasi duemila volontari. Per capire i loro meriti: in un anno recuperano all’incirca centomila tonnellate di cibo, in collaborazione con ventuno organizzazioni territoriali e più di ottomila enti caritatevoli. A realizzare questo miracolo contribuiscono aziende produttrici di alimenti, circa settecento, supermercati, mense ospedaliere e aziendali. Con la giornata della Colletta Alimentare il Banco raccoglie migliaia di tonnellate di cibo. Effetto collaterale positivo è il beneficio per la raccolta dei rifiuti, che ridotta in buona misura, consente di risparmiare energia necessaria allo smaltimento. E anche questa è l’Italia. Per chi ama il giornalismo e si adopera per la libertà di informare, è dovere etico solidarizzare con Barbano, direttore del quotidiano “Il Mattino”, licenziato per aver contestato alla proprietà la decisione di lasciare la storica sede di via Chiatamone per trasferirla al Centro Direzionale, tagli annunciati e una sempre più diretta dipendenza editoriale del giornale al Messaggero. Artefice di questo sommovimento è l’editore Caltagirone, titolare di una holding che ha messo le mani su importanti quotidiani italiani e parte cospicua della raccolta pubblicitaria nei settori delle telecomunicazioni e di Internet.

Luciano Scateni