Scateni. Islamici fuori dagli Usa, giudice boccia Trump/Dopo 50 anni, nuovi venti di scissione/Opposte teorie, desertificazione-era glaciale


Articolo pubblicato il: 29/01/2017 14:37:14

Islamici fuori dagli Usa, giudice boccia Trump
Il decreto del risibile Trump, come una micidiale doccia fredda, ha bloccato con decisione lampo l’ingresso negli Stati Uniti di persone provenienti da Paesi islamici (Iran, Iraq, Yemen, Somalia, Libia, Siria, Sudan), con l’incomprensibile esclusione di afghani e pakistani, luoghi del mondo dove il terrorismo jiadista fa proseliti. Il caos negli aeroporti ha coinvolto famiglie radicate nel territorio americano da tempo immemorabile e perfino uno scienziato islamico che svolge compiti di direzione in un importante centro di ricerca universitario degli Usa. La protesta è esplosa e ha trovato un decisivo alleato nel giudice di Brooklyn che ha bloccato le espulsioni e i respingimenti di migranti titolari di permessi di soggiorno. E’ un primo schiaffo alla xenofobia razzista di Trump e completa la mobilitazione democratica degli Stati Uniti contro la svolta reazionaria del neo presidente, culminata con la manifestazione contro il tycoon di milioni di donne, nel rifiuto di artisti, scrittori e intellettuali di partecipare alla festa di insediamento nel ruolo di presidente Usa. 
Dopo 50 anni, nuovi venti di scissione
Indimenticabile la frattura che nel Pci determinò la dolorosa scissione guidata da Lucio Magri e altri dissidenti: cosa ha prodotto nel tempo è scritto nella storia della sinistra. Nuclei di distaccati hanno popolato lo scenario dell’ingarbugliata politica italiana vivacchiando tra opposizione barricadera e poco significativi spazi di agibilità parlamentare, accordi estemporanei con la maggioranza degli eredi di Berlinguer e aperti contrasti. Il processo di involuzione della sinistra storica, che ha imbarcato frange moderate di estrazione democristiana e centristi senza patria, ha provocato la contestazione della minoranza in forme variegate di leadership poco coese (Fassina, Civati, Cuperlo, Bersani), la più astiosa e disfattista interpretata da D’Alema. Sua la minaccia di scissione che in questi giorni volteggia nel cielo del Pd e ripropone antichi riti del dissenso interno. Renzi, tornato protagonista di strategie di partito e di linee guida del Pd, trova assonanze con la destra e 5Stelle nel evocare il responso delle urne a breve termine con obiettivo la conquista del 40%. Ottimismo sconsiderato o espressione di vanagloria?  L’unica motivazione per giustificare l’urgenza del voto è nella consapevolezza che il populismo possa diventare uno tsunami italiano a rimorchio di Trump, May, Le Pen , Erdogan e soci, processo in progress da anticipare per quanto è possibile. Il pessimismo della ragione fa temere il compito somigli alla disfida Davide-Golia, questa volta con un minaccioso esito favore del gigante.
Opposte teorie, desertificazione-era glaciale 
In questo tempo di sommovimenti per alcuni versi catastrofici si avverte l’assenza di una Cassandra in grado di pronosticare il futuro. Di un credibile indovino ha urgente necessità il pianeta Terra, se vuole dirimere l’amletico dubbio “essere o non essere” dell’umanità. La scienza che tiene sotto osservazione il cielo annuncia l’epopea disastrosa di un asteroide in avvicinamento, tale da provocare un mega tsunami nell’impatto con il nostro pianeta. Lo dice la Nasa che scruta il percorso del proiettile celeste WF9. Giorno pericoloso sarebbe il 25 Febbraio e la tecnologia di difesa dell’uomo non sarebbe in  condizione di deviare l’asteroide. Conseguenze? Intere città distrutte  o per la cauta in mare un’onda gigantesca, distruttiva. Conviene tifare per l’ipotesi di calcoli approssimativi della Nasa e augurarsi che l’asteroide ci sfiori e voli via nell’universo. L’obiettivo degli studiosi è ovviamente di individuare per tempo gli asteroidi che rischiano di colpire la Terra e reindirizzarli per evitare una collisione, ma il tempo stringe ed è indispensabile trovare in tempi brevi la soluzione. C’è anche  da considerare la doppia lettura del nostro futuro climatico. All’allarme desertificazione, che minaccia di trasformare la Terra in un immenso, invivibile Sahara, si contrappone l’opposta teoria scientifica sull’arrivo quasi immediato (2019) di una nuova era glaciale. L’ipotesi si baserebbe sulle caratteristiche del sole che appare privo delle macchie rivelatrici di attività esplosive, dunque irradianti calore.  Identico fenomeno, afferma la scienza di settore si verificò al tempi della scomparsa totale dei dinosauri. Si salvi chi può, nella speranza che le previsioni siano cautela di catastrofisti, errate come i pronostici di Nostradamus.
Luciano Scateni