SCATENI/Koulibaly, dalle stelle alle stalle. Fiorentina 3, Napoli 0 e scudetto addio


Articolo pubblicato il: 29/04/2018 21:37:30

Quando il maggiordomo annuncia “signori, la cena è servita” è il segnale per l’addetto del personale scenico di calare il sipario, che riapre subito dopo per l’appaluso agli attori. A inchinarsi per il ringraziamento sono gli undici vestiti di viola, al centro il regista della performance, di nome Pioli. Traslato sul palcoscenico verde dell’Artemio Franchi, il the end si conclude con i seimila napoletani in lacrime sugli spalti. Dopo il prodigio di una campionato che ha incantato e il calcio italiano e non solo, il Napoli alza la bandiera bianca della resa, infine di una battaglia persa molto presto e male.

Non fosse il mitico eroe di cento vittorie, la debacle tecnico atletica di Koulibaly gli assegnerebbe per la prima volta un sei in condotta. Il gigante senegalese, ritenuto a ragione tra i più forti difensori del mondo, valuta con insolita approssimazione la velocità di Simeone e per impedirgli di presentarsi in solitudine al cospetto di Reina commette fallo. Mazzoleni indica il dischetto di rigore e mostra all’autore del fallo il cartellino giallo. Poi chiede lumi al Var e il responso è fallo commesso fuori dell’area di rigore. Allora niente rigore, ma cartellino rosso. È il minuto ottavo del primo tempo e il Napoli dovrà giocarne 82 con l’uomo in meno. In molti napoletani dello stadio fiorentino pensano “meglio il rigore e l’ammonizione di Koulibaly”: il Napoli ha dimostrato più volte di rimontare lo svantaggio di un gol.

Sarri che fa? Ricorre alle doti difensive di Tonelli e richiama in panchina Jorginho. Certo con il senno di poi è facile giudicare, ma considerato l’avvio andante con brio dei viola, sguarnire il centro campo si rivela mossa fatale. L’alternativa? Rinunciare a un attaccante (Callejon), mandare in campo Zielinski attacccante agiunto per Hamsik.

Non c’è più partita. Una Fiorentina impeccabile logora la resistenza degli azzurri con un possesso palla alla Guardiola che li sfianca e profitta con astuzia dello sbandamento difensivo del Napoli. La disavventura del suo gigante buono provoca sfiducia e una forma di depressione sconosciuta agli azzurri, una crisi da mancanza di autostima di cui sarà esente per l’intero incontro solo il gladiatore Allan, commovente per abnegazione, grinta, orgoglio. Un Napoli dimesso, nervoso, smarrito non può che soccombere e il suo giustiziere è un giovanotto di ventitré anni, lo stesso che ha indotto Koulibaly al fallo da espulsione. Simeone, al 34°, sorprende l’intero pacchetto difensivo degli azzurri e fa gol con un tiro ravvicinato che passa tra le gambe di Reina. Il Napoli accusa vistosamente il colpo, la Fiorentina diventa sempre più spavalda e padrona del campo. Chi se ne intende capisce che c’è nell’aria la prima sconfitta esterna del Napoli del campionato, che spegne la speranza di agguantare la Juventus, ieri graziata dall’arbitro Orsato con una serie incredibile di “favori”. Non cambia niente nella ripresa. Sarri opera secondo copione. Fuori Hamsik e Mertens, dentro la coppia di polacchi Milik-Zielinski. L’inerzia della partita non cambia di una virgola. Il Napoli non ha la forza e la chiave tattica per impensierire Sportiello, i viola fanno un figurone e la partita si avvia all’esito che taglia fuori il Napoli dalla corsa scudetto, ma non finisce qui. Un cross da calcio d’angolo crea lo scompiglio a due metri dalla linea di porta degli azzurri che non riescono a spedire il pallone lontano dalla porta di Reina. Il guizzante Simeone intuisce l’opportunità di bissare il gol e ne approfitta. Minuto 18, due a zero. Sono timidi quanto infruttuosi i tentativi di cercare l’impossibile rimonta e la partita si avvia al suo epilogo con lo strascico di cinque ammonizioni e un’espulsione di giocatori azzurri. Mazzoleni concede tre minuti di recupero. Servono purtroppo all’esultanza di Simeone. Due i viola in contropiede, un solo difensore del Napoli. Assist per il goleador di giornata e suo un fin troppo facile tre a zero su cui cala il famigerato sipario. E’ andata così, ma l’incidente di percorso non scalfisce di un centimetro il monumento al bel gioco del Napoli, viatico per un futuro che se De Laurentiis accetta di mettere mano alla cassa non potrà essere che roseo.

Luciano Scateni