SCATENI. L’ingiustizia è uguale per tutti


Articolo pubblicato il: 17/05/2017 13:28:07

C’è da chiedere l’ausilio della calcolatrice per conteggiare il “rotto della cuffia” che manda assolti politici e top manager con il rituale  italico della prescrizione o grazie a sentenze benevole di una parte sempre più estesa della magistratura giudicante. Chi sta dalla parte della giustizia giusta ricorda a chi finge di dimenticare l’intransigenza di magistrati, le loro condanne “esemplari” inflitte al senza lavoro che prende un pezzo di formaggio dagli scaffali del supermarket senza pagarlo. Il vuoto di memoria è anche più vistoso per assoluzioni sospette di corrotti, corruttori, ladri di Stato e cosiddetti “onorevoli”.
Il verdetto di condanna dell’ impunità e del rigore a senso unico, è tanto più severo se la benevolenza delle aule di giustizia manda assolti i responsabili delle morti bianche, di operai uccisi sul lavoro per inadempienze nella tutela della sicurezza. Lo sperone di ghiaccio di questo iceberg, che vaga pericolosamente nei mari italiani, fa danni inaccettabili quando costa vite umane. Solo per citare qualche caso raccontato dalla cronaca, i morti nelle miniere di mezzo mondo, la strage di innocenti causata dal treno cisterna a Viareggio, le vittime di asbestosi, il tragico totale di uomini morti nei luoghi di lavoro. Era a un  passo dall’oblio anche la tragedia della Thyssen, del rogo che ha ucciso sette operai, ma c’è materia per renderla attuale. I manager tedeschi  al vertice dell’azienda, condannati con sentenza definitiva, perché responsabili del disastro accaduto a Viareggio nella  notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, sono ancora liberi in Germania dove la condanna non è presa in considerazione e comunque la giustizia tedesca riduce la condanna dei manager Espenhahn e Priegnirz, emessa dalla magistratura italiana (9 e 6 sei anni di carcere) a un massimo cinque anni, quanti prevede il codice penale tedesco per reati di omicidio colposo. E’ scandalosa inerzia della giustizia tedesca, in possesso da mesi degli atti del processo.

Come ha intuito l’illuminato autore dei “corsi e ricorsi storici”, il nazionalismo ha spesso la meglio sulle ragioni della giustizia. Erdogan, in nome di un patriottismo chiaramente dittatoriale,  si autoassolve dai reati di repressione violenta del dissenso, Assan non è imputato dal consesso internazionale per il massacro di migliaia di oppositori, che la Russia  incarcera, sopprime; la Cina “elimina” gli scomodi, ma il mondo occidentale intrattiene  cordiali rapporti con l’impero economico di Xi Jinping.
Ci dichiariamo fedeli alleati degli Usa che mandano assolti i loro aviatori responsabili delle venti vittime dell’incidente” provocato dal pilota di un aereo militare americano che “per divertirsi” a riprendere il panorama volò a quote proibite e tranciò il cavo della funivia del Cermis, sulle Dolomiti. Il responsabile ammise di aver distrutto il nastro delle riprese.  Processati negli Stati Uniti, pilota  e navigatore sono stati assolti  e puniti solo per aver distrutto la registrazione dei filmati.
Sarà fatta mai giustizia perla morte di Ilaria Alpi e il suo operatore, per gli assassini di Cucchi e Regeni, le torture ai detenuti ad opera di soldati americani nella prigione cubana di Guantanamo?    
E’ bella, ma utopica la scritta “La legge è uguale per tutti” che campeggia nei tribunali.