SCATENI/La tentazione del folclore: “Petrolio”/Il De Luca satirico


Articolo pubblicato il: 07/10/2016 15:05:39

La tentazione del folclore: “Petrolio”

Non risparmia nessuno la tentazione di leggere in chiave di folclore aspetti della subcultura cucita addosso alla quota meno nobile  di Napoli. Duilio Giammaria, ex inviato Rai è da qualche tempo autore e conduttore di “Petrolio”, seconda serata di Rai1, ieri sera,  oltrepassato il tempo di Italia-Spagna e dell’inevitabile dopopartita, ha condotto la nuova puntata del programma, quasi tutto saturo del tema “perché l’Italia è avara di figli”: analisi, opinioni, risvolti scientifici della questione che anagraficamente ridurrà il Paese a terra di anziani. Per fortuna le migranti compensano il deficit di natalità con i loro neonati, concepiti e partoriti dalle nostre parti. Fin qui niente da dire. Argomento interessante, di viva attualità. Purtroppo, con palesi intenzioni di alleggerimento della materia, “Petrolio” non ha trovato di meglio che proporre il “caso” napoletano della chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, nel cuore dei Quartieri Spagnoli. Il filmato  girato con atteggiamento acriticamente mistico racconta della sedia “miracolosa” dove la santa per decenni si è raccolta in preghiera. H raccontato il “reportage” che basta sedersi su quella poltrona per rimanere incinta. Un’immagine eloquente disegna la popolarità della santa della fecondità. Tutti infila, spesso donne considerate sterili in compagnia di mariti  con vocazione paterna, in attesa di accedere alla sedia dove le monache che sovrintendono al rito chiariscono che per ottenere il miracolo bisogna avere fede, pregare e confessarsi. Il filmato  indugia su volti e voci di neo mamme miracolate. “Ho quattro bambini, prima non potevo averne”, “Il mio è arrivato dopo tredici anni di inutili tentativi”, “Siamo venuti qui ed ecco”,  dice un  padre con il piccolo in braccio”. Dopo questo exploit potremmo suggerire a “Petrolio” di perfezionare il folclorismo napoletano con un raid in un’altra chiesa dove è in auge il culto di Lucia e dove un povero demente, strumentalizzato da avide megere, impone le mani sul ventre di future madri per scongiurare il pericolo di malformazioni dei nascituri o di aborto. Concluso il rituale si passa alla cassa, cioè alle mani tese di chi ha inventato la truffa.

Il De Luca satirico

Potrà non piacere, ma Vincenzo De Luca è certamente dotato di quella vena ironica che difetta a quasi tutto il personale politico intento a prendersi troppo sul serio. A proposito di errori, omissioni, gaffe, arzigogoli grillini,  De Luca si rivolge come un buon padre di famiglia alla frastornata sindaca di Roma: a prescindere dalle vicende giudiziarie e per non infierire si può indulgere e interpretare benevolmente l’idea di rinnovamento dei 5Stelle intenti al recupero di personaggi che hanno gestito malamente, come è noto a tutti, comparti fondamentali della Capitale. Cos’è se non antitesi tra predicare bene e razzolare male? De Luca, rivolto ai giovani che hanno creduto a un’operazione grillina  di pulizia etnica della politica, chiede se rientra nel progetto anche il trattamento inqualificabile riservato al sindaco di Parma Pizzarotti, “persona civile e garbata” o lo scandalo dell’attesa di quasi un’ora inflitta a Pancalli, dirigente sportivo sulla sedia a rotelle mentre la sindaca se ne stava beata a consumare il pranzo al ristorante. Così, sostiene De Luca, la politica è priva di senso umano e non produce certo rinnovamento, ma solo propaganda e demagogia. Il governatore della Campania conclude con una nota poetica, sollecitata dall’immagine della Raggi in riunione con i suoi sui tetti del Campidoglio: “Vederla tra le tegole (da “Il Fatto Quotidiano) mi ha riportato a Leopardi, a ‘Vaghe stelle dell’Orsa, io non  credea tornar per uso a contemplarvi’. Come si fa a non commuoversi?”
Luciano Scateni