SCATENI/Meno male che l'oceano c'è/Proposta per un inviato molto speciale


Articolo pubblicato il: 03/04/2018 13:10:36

Meno male che l’oceano c’è

Centri come la Nasa o il corrispettivo europeo, l’ESA, Agence spatiale européenne con sede centrale a Parigi, che coordina 22 Paesi europei e ha uffici a Mosca, Bruxelles, Washingorn, Huston, si avvale di 2 200 persone addetti (esclusi sub-appaltatori e le agenzie nazionali) e può contare su un budget di 5,25 miliardi di euro: sono formidabili complessi che consentono di esplorare il cosmo, la copertura satellitare della Terra con tutti i suoi decisivi contributi al progresso e in un futuro da fantascienza scopriranno nuovi mondi abitabili, pianeti con forme di vita simili o più evolute della nostra.

Detto con il rispetto dovuto, il caso di frammenti della Stazione spaziale cinese che si sono tuffati nel Pacifico dopo quasi duemilacinquecento giorni in orbita, desta una legittima e preoccupante riserva sull’attendibilità delle previsioni che l’astrofisica enuncia.

La Tiangong, così informa la sorveglianza spaziale che fa capo al comando strategico degli Stati Uniti, coordinato con altri Paesi (Italia, Canada, Australia, Francia, Germania, Regno Unito, Giappone e Corea del Sud) ha smentito ogni pronostico sul luogo dove sarebbero finiti i suoi resti, superstiti dell’impatto con l’atmosfera terrestre. Tutte vaghe e inattendibili le ipotesi che hanno tenuto in ansia di volta in volta le aree del pianeta più disparate e distanti tra loro decine di migliaia di chilometri.

Confessiamolo, ha creato ansia l’avvertimento di rimanere in casa e possibilmente nei piani bassi degli edifici per difendersi dall’annunciata pioggia di scorie metalliche dell’astronave cinese e non meno le variabili dell’ora ics, indicate per l’impatto con la Terra. Cadrà in America, no, in Europa, tra il parallelo x e y, nel Sud dell’Italia, a mezzanotte, no più tardi perché il relitto ha rallentato e così via, sparando previsioni regolarmente disdette. C’è davvero da preoccuparsi se questa è l’approssimazione dei pronostici spaziali. Dal cosmo piovono meteore e sembra che alcune, se cadute sul nostro pianeta, lo disintegrerebbero. Sono due le incognite da risolvere: saremo in grado di accertare il loro percorso e se dovessimo capire che stanno per piombarci addosso, riusciremmo a dirottarne il cammino?

Un’ultima riflessione merita lo stato dell’atmosfera, satura di spazzatura spaziale, che tra non molto somiglierà molto e in peggio al problema terreno dello smaltimento di rifiuti. Risale a circa sessant’anni l’inizio dell’accumulo di detriti. Ora nello spazio ruotano ventunomila tra satelliti e simili. La nube di scarti ne comprende di pochi centimetri e grandi tonnellate, come gli stadi distaccati dai razzi. La dimensione del problema è racchiusa in questi numeri: 16mila frammenti grandi più di dieci centimetri, 300 milioni di un millimetro. Vagano nello spazio anche oggetti perduti dagli astronauti (guanti, residui di vernice, forbici, una chiave inglese). 1.500 oggetti in orbita pesano un quintale e contribuiscono in notevole misura alle 1900 tonnellate di spazzatura orbitale che abbiamo accumulato sulle nostre teste.

Gran bella cosa il progresso dell’astronautica, gran bel casino le conseguenze della nube di rifiuti spaziali.

 
Proposta per un inviato molto speciale

Repubblica è il quotidiano che ha adottato come tuttologo l’autore di Gomorra, Roberto Saviano. Al suo libro si deve la successiva, omonima fiction, prodotta e messa in onda da Sky, multinazionale televisiva presente in mezzo mondo. Il danno di immagine per Napoli è difficilmente quantificabile, ma non impossibile. Quanti turisti del mondo hanno rinunciato a vacanze all’ombra del Vesuvio per non incappare nella violenza sanguinaria della camorra raccontata nella serie in questione, che purtroppo annuncia prossime puntate? Pochi o molti? Cambia poco accertarlo, ma non è un caso se una paio di calciatori stranieri contattati dal Napoli hanno rifiutato il trasferimento per il timore di quanto racconta Gomorra.

Mettiamoci una grossa pietra su, godiamoci la folla di turisti che hanno scelto comunque Napoli per il week end pasquale. E però rivolgiamo un invito al giornale di riferimento di Saviano perché sia investito del ruolo di inviato speciale nei seguenti Paesi che occupano i primi posti della classifica della nuove città del crimine.

Non si crederebbe, ma la multietnica, accogliente, tollerante Londra, è più pericolosa di New York ed è tutto dire. Nella grande Mela, a parità di abitanti, a Marzo 21 omicidi, a Londra 22. New York, sindaco Giuliani (1944/2001), ha ridotto drasticamente le cifre dei morti ammazzati: dai 2245 del 1990, a soli 292 (si fa per dire) nel 2017.

Londra-New York: nella capitale della Gran Bretagna furti sei volte più che nella città simbolo degli Usa e il doppio delle rapine, il triplo degli stupri. Oggi, 3 Aprile 2018, Londra: due sparatorie, muore ragazza, grave un ragazzo di sedici. Nel breve spazio di due ore, in due diversi quartieri della città.
Rio de Janeiro, metropoli ambita dal turismo, nel 2017 ha fatto registrare l’incredibile numero di 6731 omicidi.

Allora: dove spedire l’inviato Saviano, Londra e New York escluse? La mappa da proporgli prevede la priorità della messicana Los Cabos, al massimo della violenza e a seguire la capitale del Venezuela Caracas, poi Acapulco, Tijuana, in Messico, St Louis (Illinois), Città del Capo (sud Africa), Kingston (Giamaica), San Salvador, Ciudad Juarez (Messico), Baltimora, Recife (Brasile), San Pedro Sula (Honduras). Buon viaggio.

Netanyahu, leader israeliano implicato in affari poco puliti: la sua disumanità gli fa ordinare di sparare sui giovani palestinesi (16 morti, 140 feriti), manifestanti contro le violente prepotenze subite e prova a strappare un accordo con l’Onu per liberarsi di sedicimila emigranti. Unilateralmente indica anche i Paesi che dovrebbero farsene carico. Anche l’Italia, che cade dalle nuvole e contesta l’irricevibile iniziativa israeliana. Sputtanata dal nostro governo, Netanyahu innesta la retromarcia e annulla il trattato con l’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite. Dieci lode per il governo Gentiloni, specialmente perché in carica solo per la normale amministrazione.
 
Luciano Scateni