Scateni. Quattordici di fila, il Napoli vola, due a uno al Milan


Articolo pubblicato il: 22/01/2017 09:07:36

Roba da ko: un Napoli furioso sferra un paio di ganci al mento del Milan e in tre minuti, dal sesto al nono è sul due  a zero. Tre minuti prima Mertens finisce a terra travolto fallosamente,  ma il signor Gianluca  Rocchi imita la scimmietta, quella del detto popolare, che non vede, e nega il rigore.  Sul finire del tempo ne combina un’altra. Bacca,in contropiede, perde il controllo del  pallone, pressato senza fallo e si tuffa in avanti per la più classica delle simulazioni. Rocchi ammonisce il difensore e concede il calcio di punizione ai rossoneri. Per fortuna Suso sparacchia alto. Mezz’ora da sogno degli azzurri incanta i cinquemila tifosi napoletani del Meazza e il terzo gol non arriva solo perché Mertens proiettato verso la porta di Donnarumma, colpisce al volo in maniera sbilenca. Manna per il portiere di Castellammare, perché il belga aveva tutto il tempo e lo spazio per stoppare e segnare il più facile dei gol. Il Milan smaltisce lo choc dello zero a due, Hysaj ha qualche difficoltà a contenere Bonaventura, Tonelli commette una leggerezza imperdonabile. Passaggio laterale intercettato e Kukca si trova a tu per tu con  Reina: 2 a 1, al minuto trentasette, ma è tutto il Napoli che sembra pagare il ritmo forsennato dell’avvio di partita. La strategia di Montella, evidente nel recente incontro con il Torino, sembra chiede ai suoi di tenere basso il ritmo nei primi quarantacinque minuti per esprimere il massimo della spinta nella ripresa, quando ritiene che siano in calo le energie dell’avversaria. L’andamento del secondo time conferma la supposizione. Il Milan comanda il gioco, pressa a tutto campo, velocizza gli scambi, trova la profondità e in apertura colpisce con Pasalic la traversa. Brutto segno per gli azzurri e in più il pericoloso disagio di Hysaj che Bonaventura salta sistematicamente nell’uno contro uno. L’inesauribile Abate del primo tempo sulla fascia opposta per fortuna incide meno e Bacca non impensierisce più di tanto. Il possesso spettacolare di palla che ha incantato i cinquemila tifosi napoletani del Meazza e non meno i milanisti, diventa un brutto ricordo. Hamsik lentamente si spegne. Mertens, sugli scudi per gli assist che hanno propiziato di due gol, fallisce un paio di occasioni clamorose e la pressione dei rossoneri è a un niente dal concretizzarsi. Il Napoli stringe i denti, arretra il baricentro e riparte profittando del Milan avanti tutta. Intorno alla mezz’ora il genio di Insigne per pochi centimetri non regala il gol number one della domenica. Recupera con abilità e tenacia un pallone a centro campo, alza lo sguardo e scopre Donnarumma (autore di un paio di interventi salva rete) fuori dei pali. Il tiro da cinquanta metri finisce appena un soffio oltre la traversa.  Sarri intuisce l’urgenza di immettere forze nuove in campo. Fuori Allan, vittima di crampi, dentro Rog, fuori Hamsik, stanco, dentro Zielinski, fuori Jorginho, partita senza infamia e certamente senza lode la sua, dentro Diawara, che forse in futuro andrebbe considerato titolare dall’inizio. Montella risponde con l’ingresso di Lapadula e Bertolacci per Bacca e Sosa, poi Niang per Pasalic. Rocchi, in accordo con il quarto uomo assegna, esagera nel concedere cinque minuti di recupero ma poco male. In vista dell’importante bottino il Napoli fa quadrato e corrono via senza esito i trecento secondi. Grande partita di Insigne. Suo il capolavoro al sesto del primo tempo. Grande assist sulla sinistra di Mertens, prodigioso tiro a rientrare, potente, mani piegate di Donnarumma. Sempre Mertens crossa sul secondo palo, alla destra della porta rossonera: come un falco  Callejon arpiona il pallone e da posizione angolatissima mette in rete con un tunnel ai danni del portierone milanese. Il Napoli dei primi venticinque minuti, senza esagerare, ha tenutouna lezione magistrale di calcio nel tempio meneghino del calcio e  aspetta paziente Milik, Pavoletti, Koulibaly e Ghoulam, anche se Strinic dimostra di partita in partita di essere un sostituto di lusso. E il duello delle panchine tra due tecnici nati all’ombra del Vesuvio? Uno a zero per Sarri, ma Montella è giovane e si farà.
Luciano Scateni