SCATENI/Sessanta minuti di affascinanti sfumature azzurre. 3 a 1 sulla Stella Rossa


Articolo pubblicato il: 29/11/2018 12:36:40

Un’ora di assoluta perfezione e 90 minuti più recupero da grande squadra pongono ad Ancelotti e indirettamente a De Laurentiis un inquietante quesito: bandiera bianca in segno di resa alla Juventus perché convinti dello strapotere della prima della classe e baionette innestate in Champions League dove progredire equivale a mettere nelle casse della società un bel gruzzolo di milioni? Se si compie un passo all’indietro e si torna a domenica, alla sciatto zero a zero con l’ultima della classe, al non gioco, alla scarsa convinzione degli undici azzurri in campo, il sospetto che a questo Napoli faccia gola la montagna di euro della Uefa per chi avanza nella Champions non è poi un maligno sospetto. Confrontando fotogramma per fotogramma i novanta minuti con il Chievo e con la Stella Rossa, anche il più sprovveduto degli osservatori giudicherebbe poco attendibile che li abbia disputati la stessa squadra. Il Napoli di coppa è partito con la quinta ingranata, lo spettacolo ha incantato i 45mila del San Paolo e non meno chi comunque ama il bel calcio. Se poi tutto questo si trasforma anche in gol, la domanda è: “Ma il Napoli è il giustiziere di squadre europee blasonate, come il Liverpool e il Psg, o l’imperfetto competitor del nostro campionato? Per circa un’ora gli azzurri hanno annichilito la Stella Rossa, intenzionato solo a frenare l’impeto di Hamsik e compagni con la squadra contratta nella propria metà campo. L’esito della partita, che proietta il Napoli in testa al girone G della Champions è stato subito evidente e ha trovato concretezza al minuto 11. Calcio d’angolo per gli azzurri, Maximovic prolunga la traiettoria del cross, Hamsik irrompe a tre metri dalla porta difesa da Borjan ed è uno a zero. Gli azzurri impediscono ogni velleità di reagire dell’avversaria, intimorita dal ritmo da tarantolati degli azzurri, che raddoppiano al 33°. Il solito strepitoso Koulibaly avanza con l’imponente passo da quattrocentista, supera e di molto la metà campo, invita Mario Rui a fiondarsi sulla corsia di sinistra. Riceve Fabian Ruiz, cross teso in area di rigore dove irrompe Mertens, tocco da prestigiatore di esterno destro e pallone alle spalle dell’esterrefatto Borjan. Due a zero e Stella Rossa ancor più demoralizzata. Più chiaro di così? Il Napoli del pari con il Chievo fa proprio rabbia per averlo affrontato con negligenza che il duro percorso del campionato non perdona. Ripresa: Hysaj entra per Albiol, un po’ acciaccato per uno scontro ginocchio contro ginocchio nel primo tempo, Milojevic risponde con l’ingresso di Jovelic per Stjilikovic. Continua l’andante con brio degli azzurri, premiato al minuto 52 per una delle preziose invenzioni di Hamsik. Sul suo lancio di venti metri Mertens è più lesto e veloce della difesa dei serbi, elude il tallonamento del diretto avversario e con gran tiro di collo piede manda il pallone nel sette della rete di Borjan. Tre a zero. Inizia più o meno qui la frenata del Napoli. Segno di stanchezza, ma anche di appagamento, categoria comportamentale che nel calcio dovrebbe essere proibita. La Stella Rossa se ne rende conto e diventa altro rispetto ai primi sessanta minuti. Scopre l’intraprendenza ed è premiata dalla magia di un fuoriclasse qual è Marin, che si destreggia tra un nugolo di azzurri e serve in area napoletana un pallone d’oro. Ben lo trasforma agevolmente in gol. Tre a uno e i serbi provano ad dimostrare che proprio brocchi non sono. Se ne rende conto anche Ancelotti e corre aie ripari. Dentro Zielinski per Insigne, poi Rog per Callejon. Per fortuna il cronometro arriva al minuto 93 senza danni per il Napoli, che può far tesoro del miglior quoziente reti in caso di punteggio pari alla fine dell’ultima giornata del girone di champions, che vedrà gli azzurri impegnati contro il Liverpool. 
Pagelle: molto bene Hamsik, Mario Rui, ovviamente Mertens, a prescindere dalla doppietta; come sempre superbi Koulibaly e Allan. Autorevole Maximovic, meno decisivo del solito Insigne, sufficienza per Callejon, Albiol e Ospina.

Luciano Scateni.