SCATENI. Solo un sei 'politico' per il Napoli, 1 a 1 con un buon Verona


Articolo pubblicato il: 07/11/2021 20:36:20

Il giro d’Italia della seria A tocca Napoli, lo stadio Maradona e per non rinunciare a niente gli undici di Spalletti indossano l’ennesima maglia di stagione (azzurra, bianca, rossa, nera, a righe verticali bianche e celesti dell’Argentina del pibe de oro): stasera in petto l’immagine di Diego, del mito a cui la città, in tutte le sue componenti, rende omaggio, con murales, statue, mostre fotografiche, film (l’ultimo è firmato da Sorrentino), museo di cimeli. Nel linguaggio stereotipato degli allenatori nel pre-partita, indipendentemente dal valore degli avversari non può mancare la prudenza con parole di rispetto, di esaltazione delle altrui virtù e la conseguente dichiarazione sulle difficoltà della sfida. È Tudor, tecnico del Verona, che lo ha rivitalizzato al punto di aver la meglio sulla Juventus (bene anche con Roma e Lazio), a lodare il Napoli e il suo ‘fortissimo’ allenatore. Mette le mani avanti, ovvio, per un possibile alibi che assolva l’esito negativo della partita.  Spalletti conferma di aver ‘coperto’ con scuse varie le assenze di Osimhen, Insigne e Fabian, esclusi dall’impegno di Europa League con il Legia per disporne al 100X100 contro la formazione veneta. Non è azzardata l’ipotesi che il Napoli e il suo tecnico abbiano a cuore l’obiettivo prioritario dello scudetto. Partita numero 11, dieci vittorie e un pareggio esterno con la Roma, difesa record (rientra lo squalificato Mario Rui a sinistra), ma oggi in allarme per la voragine aperta dal forfeit di Koulibaly, in quarantena da cartellino rosso. Sorvegliato speciale dei veneti è Simeone, uomo gol. ‘En attendant’ Manolas, infortunato (?) e in forma approssimativa non c’è che da sperare nella capacità di Juan Jesus di adattarsi al ruolo di centrale. Garanzie ‘senza ma’ le propone il centro campo, che si ricompatta con Anguissa, Fabian, Zielinski e Politano di supporto. In attacco ritorno all’eccellenza con Osimhen e Insigne e in questo ruolo di nuovo Politano. E allora, arbitra Ayroldi, sezione di Molfetta, ecco il via per Napoli-Verona. In serata orecchie tese, interessate al risultato del duello milanese Milan-Inter. Sui gradini del Maradona più tifosi, anche perché non è un giorno feriale, lavorativo e tanti tifosi con moglie e figli, ma anche ultrà in curva. In panchina Mertens, ma fino al 90esimo? Il via…con sei minuti di ritardo. Tifo caldissimo del Maradona e corretto a differenza di quanto avviene a Verona per colpa di beceri razzisti. Verona molto aggressivo, marcature a uomo e ripartenze difficili per Fabian e compagni. Primo angolo per gli azzurri senza conseguenze all’ottavo. Verona in gol: Barak elude la marcatura di Mario Rui, assist in area per Simeone, che segna al 13esimo. 0 a 1. Si conferma la prolificità dei veneti nella prima mezz’ora di gioco, partita in salita del Napoli. Per fortuna la reazione è quasi fulminea. Va in gol al 18esimo Di Lorenzo: punizione di Insigne, Raahmani di testa, Fabian per Di Lorenzo in area, il pallone passa tra le gambe di Montipò, gol fortunoso ed è 1 a 1. Napoli all’assalto e soffre il Verona, ma non rinuncia a provare sortite in attacco. In evidenza Barak su tutti e Caprari. Insigne in fuori gioco, azione strepitosa, parata miracolo di Montipò. Tutto inutile. Per numero di attacchi vince il Verona ai punti con 14 contro 11, ma il possesso palla è del Napoli: 53% contro il 47%. Il palo alla destra di Montipò al minuto 42 respinge la conclusione. di Osimhen su cross di Politano. Iella. Spogliatoio e una domanda che conta e molto: l’impeto dei veronesi, l’intraprendenza di Barak e Caprari reggerà anche nei secondi 45 minuti? Dubbi sulla qualità della vista di Ayroldi, continua la mediocrità degli arbitraggi assegnati alle partite degli azzurri. Second time, con otto minuti di ritardo.  Finora pochi palloni giocabili per Osimhen, ben marcato da Gunter e Dawidowicz e Ceccarini. Forse sarebbero utili l’uno contro uno di Lozano e i suoi cross per la testa del nigeriano. Ci pensa Spalletti. Escono Politano e Zielinski per Elmas e Lozano. Un po’ di fantasia non guasta. Dal via della ripresa occasioni da gol zero per gli azzurri. Attacca il Verona, tira Barak, para Ospina. Lasagna per Barak, Bessa per Simeone. Gioco spezzettato, spettacolo neanche a pensarci e difficoltà degli azzurri a trovare concretezza. Kalinic per Caprari e Magnani per Gunter. Ounas e Mertens per Anguissa e Insigne, ma cambi di Spalletti in incomprensibile ritardo a pochi minuti dal 90esimo. Bessa, appena entrato in campo, colto in fallo di mano, cartellino rosso, superiorità numerica del Napoli.  Minuto 89 punizione per gli azzurri, Mertens spedisce di un niente sul fondo. Petagna per Osimhen, ma dov’è la geniale bravura di Spalletti nel progettare i cambi? Espulso anche Kalinic, mancano  pochi secondi al triplice fischio di Ayroldi. Complimenti al Verona castigatore di Juventus, Roma, Lazio e ora Napoli. Delude il Napoli, preghiera a San Gennaro, perché fermi almeno sul pari il Milan impegnato nel derby con l’Inter.