INGV, uno studio ricostruisce in 3D la struttura sepolta dei Campi Flegrei






Articolo pubblicato il: 29/10/2019 12:13:50

Di seguito, parte del testo del comunicato dell'INGV, giunto in redazione:

"Un’immagine tridimensionale differenzia per la prima volta le strutture sepolte del settore più attivo dei Campi Flegrei, ricostruendo la configurazione profonda del vulcano Solfatara, caratterizzata da una forma a “imbuto” che favorisce l’accumulo di fluidi, e quella delle altre zone di emissioni idrotermali limitrofe, quali Pisciarelli e Agnano.-spiega la nota- È questo il risultato di uno studio condotto dai ricercatori dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (OV-INGV) in collaborazione con i colleghi del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse dell’Università “Federico II” di Napoli, recentemente pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” di “Nature”.-spiega la nota-La ricerca, effettuata mediante l’uso innovativo della tomografia di resistività elettrica wireless, ha permesso di ottenere un modello 3D dei primi 500 metri del sottosuolo. “Il modello di resistività 3D del settore centrale della caldera”, spiega Antonio Troiano,-spiega la nota- ricercatore INGV e co-autore dello studio, “è stato ricostruito con un rapporto costi-benefici senza precedenti, favorito da vari fattori tra cui l'uso di strumenti moderni, l'applicazione di criteri di acquisizione innovativi e di procedure originali nell’analisi dei dati, l'agilità delle procedure sul campo non invasive - nonostante l'uso di una sorgente di energia attiva - e la sensibilità della resistività elettrica nell’individuare, tra le strutture sepolte, le vie di risalita di liquidi e gas”.-spiega la nota-Il modello 3D utilizzato nello studio ha inoltre evidenziato un’ottima correlazione con gli ipocentri dei terremoti superficiali avvenuti tra il 2011 e il 2019, dando indicazioni più chiare sulle strutture e sulle faglie maggiormente attive nell’area studiata..."